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Cronaca

"Chiederemo ai presidi di consegnare le chiavi delle scuole ai prefetti": sindacati sul piede di guerra per le norme sui contagi in classe

Nella nota congiunta di Flc Cgil Puglia, Uil Scuola Rua Puglia, Snals-Confsal Puglia, Fgu Gilda Unams Puglia si parla di istituti "trasformati 24 ore su 24 in succursali dell'Asl" dopo le ultime normative del Governo

"Oggi allo stress amministrativo causato dal governo si aggiungono provvedimenti regionali che stanno sprofondando le scuole pugliesi in una situazione di ansia che sconfina ormai nel vero e proprio mobbing per molestie burocratiche per cui alle scuole, trasformate in succursali delle ASL ventiquattrore su ventiquattro, vengono demandati compiti che, in realtà, competono solo ed esclusivamente al personale sanitario". A denunciare le problematiche che le scuole stanno vivendo con l'aggravarsi della pandemia Covid, sono i sindacati Flc Cgil Puglia, Uil Scuola Rua Puglia, Snals-Confsal Puglia, Fgu Gilda Unams Puglia, che in una nota unitaria si dichiarano pronti a passare allo stato di agitazione, chiedendo ai presidi di consegnare le chiavi delle scuole ai prefetti. Un forte gesto di rottura "per fermare una deriva che, a parole, impone la didattica in presenza ma, di fatto, induce all’adozione di un insegnamento spurio e manda tutti allo sbaraglio".

La denuncia

Nella nota i sindacati fanno poi il punto sulla situazione degli istituti in Puglia: "A una settimana dalla ripresa delle attività didattiche nessuna delle emergenze e dei disagi che avevamo preannunciato già dallo sciopero del 10 dicembre ha trovato risposta - scrivono - numero di alunni per classe, distanziamento, proroga dell’organico COVID, sistemi di areazione, presìdi sanitari scolastici, screening e monitoraggio sistematico gratuito, trasporti scolastici dedicati, ruolo attivo delle ASL a garanzia della didattica in presenza e distribuzione gratuita di mascherine FFP2. Ma la situazione si è ulteriormente aggravata, questa volta per un discutibilissimo intervento del Dipartimento regionale alla salute che impone ai dirigenti scolastici la continua compilazione di dichiarazioni sottoscritte per tutta la crescente mole di casi di tracciamento quotidiani".

Una situazione che si è aggravata a partire dall’8 gennaio, quando viene emanata una nota congiunta dei due ministeri all’istruzione e alla salute che introduce modalità di gestione dei casi di positività in ambito scolastico "così cervellotiche da sconfinare nella patologia mentale - le parole dei sindacati - Da quel momento si è scatenato un pandemonio burocratico e si è pensato, come solitamente avviene, di scaricare sulle scuole e sulla diretta responsabilità dei dirigenti scolastici, cui va la nostra solidarietà politica e sindacale, l’immane incombenza di garantire una didattica in presenza trasformata da sacrosanto valore pedagogico in strumento di consenso politico da perseguire a prescindere dalle condizioni di reale fattibilità in cui si sono volutamente lasciate le scuole per responsabilità diretta del governo, del ministro all’istruzione e della Regione. Citiamo solo un caso tra i tanti: l’organico COVID non sarebbe stato prorogato senza l’indizione dello sciopero del 10 dicembre, misura necessaria che non avrebbe dovuto essere messa neanche minimamente in discussione".

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