Oltre 500 senza fissa dimora in città: in una ricerca l'identikit tracciato dal Comune
Lo studio è stato presentato questa mattina nel corso della Giornata Mondiale contro la Povertà: la metà dei clochard sono stranieri. Un quarto del totale ha un titolo di studio dal diploma in su
Sono circa 500-550 le persone senza fissa dimora a Bari, di cui il 52,3% stranieri, in prevalenza africani provenienti dal Ghana: è uno dei numeri forniti dal Comune in occasione della Giornata Mondiale contro la Povertà, proclamata per la prima volta dall'Onu nel 1992 e celebrata oggi. L'Assessorato cittadino al Welfare ha illustrato i risultati di una rilevazione condotta a giugno nei quartieri cittadini. Nella ricerca, condotta attraverso un questionario somministrato a 150 persone ospiti di strutture e servizi cittadini, risulta che l'85,2% dei senza dimora sono uomini, con un dato di stranieri inferiore del 6% alla media nazionale. Circa 3 su 4 sono giovani di età inferiore ai 34 anni mentre tra gli italiani il 64,7% ha più di 45 anni. Quasi un quarto ha invece dichiarato di possedere il diploma di scuola media superiore o titolo più elevato.
Perdita del lavoro, primo fattore per 'diventare' un senza fissa dimora
Il 93% degli intervistati ha, inoltre, dichiarato di vivere da solo: nel 58,4% si tratta di persone nubili/celibi, soprattutto tra gli stranieri. Il 43,6% ha figli che vivono con il proprio (o precedente) coniuge/partner (nel 57% dei casi), per conto loro poiché adulti (nel 18,5%), con altri familiari (l’11%). Sono frequenti anche i casi con figli in affidamento (il 10,8%). Nel 47,6% i figli invece vivono a Bari. Il fattore più importante che porta a diventare un senza fissa dimora è la perdita di un lavoro stabile o la difficoltà economica (21,7%), insieme alla separazione dal coniuge e/o dai figli (15,4%). Una buona parte delle persone senza dimora di Bari (il 63,7%) viveva nella propria abitazione, prima di trovarsi nell’attuale condizione. Il 62,8% degli intervistati ha dichiarato di avere un lavoro, prevalentemente riferito a occupazioni poco sicure e saltuarie (stagionali in campagna, pulizie, facchino, parcheggiatore abusivo). La maggior parte ha anche sostenuto di essere alla costante ricerca di un lavoro ma di non riuscire a trovarne, situazione che, per oltre la metà degli intervistati, perdura da oltre tre anni. Il guadagno medio mensile è di 235 euro.
Bottalico: "Rilevazione importante per programmare interventi"
“Per noi questa rilevazione, mai realizzata prima d’ora a Bari, costituisce una base molto importante per la programmazione di interventi pensati e predisposti a seguito di un lavoro condotto per sei mesi dalla rete cittadina per il contrasto alla grave emarginazione adulta - afferma l’assessore al Welfare Francesca Bottalico -. Nell’ultimo decennio, infatti, il fenomeno delle persone senza dimora ha subito delle trasformazioni sostanziali, dovute specialmente all’avvento della crisi economica, al frammentarsi delle relazioni sociali e familiari, ad eventi traumatici e, in particolare, alle migrazioni di massa. Perciò, con il prezioso contributo di circa venti realtà locali che si occupano di queste tematiche, abbiamo dato vita a un tavolo permanente in modo da raccogliere esperienze e bisogni e individuare insieme degli interventi efficaci e in grado di costruire un reale percorso di reinserimento sociale, lavorativo e abitativo. Nelle prossime settimane presenteremo alla città il piano di azioni mirate a sostegno degli adulti in situazioni di grave marginalità, che si integra con la programmazione ordinaria e, grazie anche ad una riorganizzazione del personale e dei servizi, punta a qualificare un settore operativo nuovo e destinato a sviluppare interventi innovativi, realistici e, soprattutto, adeguati ai bisogni di quanti vivono le condizioni di disagio più gravi".