"Violate le norme sulla sicurezza", sequestrata centrale Enel di via Buozzi
Il sequestro disposto dal gip per presunte violazioni della normativa sul controllo dei pericoli di incidenti. Secondo la Procura si sarebbero già verificati "rilasci incontrollati di sostanze inquinanti nell'ambiente"
Sigilli alla centrale termoelettrica Enel di Bari. Il sequestro preventivo dell'impianto di via Bruno Buozzi è stato disposto oggi dal gip del Tribunale di Bari ed eseguito da carabinieri del Noe con l'ausilio di militari della compagnia Bari-San Paolo e di personale della sezione di pg della Guardia Costiera presso la procura.
Il giudice ha tuttavia autorizzato la prosecuzione dell'esercizio dell'impianto per tre mesi, entro i quali Enel dovrà adeguarsi alla legge eliminando le anomalie riscontrate. Le contestazioni riguardano la presunta violazione della normativa sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti (soprattutto incendi) commessi con determinate sostanze pericolose, quella sulla tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro
Secondo quanto riferito dalla Procura in una nota, dalla centrale si sono ripetuti "rilasci incontrollati di sostanze inquinanti nell'ambiente secondo sequenze di eventi accidentali e di conseguenti malfunzionamenti già verificatisi in passato".
"In seguito ai controlli dell'Arpa - spiega la procura in un comunicato - si è accertato che il sistema di gestione della sicurezza (Sgs) non risulta adeguato a quanto previsto dalla vigente normativa e in particolare l'impianto non risulta conforme alle prescrizioni dettate dal Comitato di controllo regionale". Sono inoltre state riscontrate violazioni delle norme in tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro. "Come rappresentato nella stessa Commissione istruttoria Ippc - prosegue il comunicato - l'emergenza maggiormente significativa per le attività e i processi della centrale è rappresentata dalla possibilità di incendio. Altresì viene segnalato il ripetersi di rilasci incontrollati di sostanze inquinanti nell'ambiente secondo sequenze di eventi accidentali e di conseguenti malfunzionamenti già verificatisi in passato".
Nel provvedimento di sequestro il giudice ha sottolineato che tale provvedimento è stato reso necessario dal pericolo per la pubblica incolumità e per la salute dei lavoratori. Il giudice ha nominato custode il dirigente dell'Arpa Puglia Barbara Valenzano.
LA REPLICA DELL'ENEL: "NORME RISPETTATE" - "Nel confermare di aver sempre agito nel rispetto delle norme, opererà in conformità al provvedimento emesso dalla Procura di Bari". Lo afferma in una nota la società riferendosi al sequestro con facoltà d'uso della centrale termoelettrica di Bari. Enel precisa anche di aver "informato nel tempo le autorità competenti delle procedure adottate per garantire la sicurezza dell'impianto". La centrale di Bari ha una potenza installata di 195 megawatt e lavora circa un mese l'anno con i soli gruppi 1 e 2 alimentati a gas. Il terzo gruppo, mai entrato in funzione nel 2012, può bruciare per il 20% olio combustibile e per l'80% gas. L'impianto è considerato essenziale per la stabilità della rete elettrica della città di Bari.