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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Soldi per somministrare farmaco gratuito", sequestrati beni per tre milioni a oncologo barese: sigilli a villa, terreni e conti correnti

Il provvedimento eseguito a carico di Giuseppe Rizzi, arrestato a maggio scorso insieme alla compagna: è accusato di aver iniettato a diversi pazienti oncologici un farmaco gratuito pretendendo invece il pagamento. Nell'abitazione del medico era già stata rinvenuta la somma di circa 1,9 milioni di euro

Un decreto di sequestro preventivo di beni del valore di circa tre milioni di euro, è stato eseguito dai da militari dei Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Bari nei confronti dell'oncologo barese Giuseppe Rizzi.

Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura, rappresenta l'epilogo delle indagini che già a maggio scorso avevano fatto scattare gli arresti domiciliari per il medico, accusato di concussione aggravata e continuata, in concorso la compagna, Maria Antonietta Sancipriani, avvocato, anch’ella co-indagata nello stesso procedimento penale.

L'accusa: farmaco gratuito somministrato a pagamento 

L'oncologo è accusato di aver iniettato ad alcuni pazienti oncologici un farmaco gratuito, pretendendone invece il pagamento. In particolare le indagini hanno accertato come il medico, "abusando della qualità e dei poteri di Pubblico Ufficiale, Dirigente medico presso il Dipartimento di oncologia dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari" (poi licenziato già a marzo scorso dalla stessa struttura, ndr), "durante lo svolgimento della sua attività professionale sia in orario di servizio che fuori turno e, comunque, non in regime di attività intra od extramoenia, eseguiva su ben quattordici pazienti oncologici, affetti da accertata e grave patologia, e in trattamento presso il citato Istituto, prestazioni mediche e in particolare iniezioni di un farmaco, la cui somministrazione era a titolo gratuito in quanto a totale carico del S.S.N., costringendo i pazienti al pagamento in suo favore di ingenti somme di denaro nonché di altre utilità sia presso la struttura ospedaliera sia presso il patronato CAF (sito in Bari) in uso alla compagna", "adibito nell’occasione ad ambulatorio medico di certa natura illegale". La coppia avrebbe messo in atto le sue condotte "approfittando delle gravi condizioni psico-fisiche delle vittime", le quali hanno riferito ai carabinieri "di essersi trovate in una situazione di soggezione e di reverenza, oltre che di totale fiducia nel loro medico, tale da essere state indotte a riconoscerlo quale unico referente in grado di garantire loro la sopravvivenza e così ottenendo illecitamente cospicue somme di denaro contante, regalie di notevole valore, lavori edili ed altre utilità".

Le indagini patrimoniali e il sequestro dei beni

In tale contesto, a giugno scorso la Procura ha delegato il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari a eseguire - nei confronti dell’oncologo e della sua compagna - approfondimenti investigativi finalizzati a una proposta di sequestro preventivo di beni. Nello specifico, le Fiamme Gialle, al fine di disvelare l’origine del rilevante patrimonio dell’oncologo, hanno quindi proceduto ad acquisire numerosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo i soggetti investigati, verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica. Il materiale è stato quindi oggetto di di circostanziati approfondimenti, anche bancari, "che hanno consentito di accertare - evidenziano gli investigatori -  un’ingiustificata sproporzione tra il reddito dichiarato e i beni nella disponibilità del medico, quantificata in oltre 2,5 milioni di euro". Il gip del Tribunale di Bari, condividendo la proposta avanzata dall'Autorità giudiziaria sulla base degli elementi acquisiti dagli investigatori, ha quindi emesso un decreto di sequestro preventivo avente per oggetto una prestigiosa villa ubicata a Bari Palese, terreni a Bitonto e i saldi attivi di rapporti bancari. Ai beni sequestrati oggi si aggiunge la somma di circa 1,9 milioni di euro rivenuta nell’abitazione dell’oncologo, nonché i numerosi reperti archeologici - risultati, a seguito di verifiche da parte del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico e della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Bari, di notevole valore storico e artistico – già sottoposti a vincolo cautelare dall’Arma dei Carabinieri all’atto dell’esecuzione della citata ordinanza di custodia cautelare.

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