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Cronaca

Caso Tempesta, i coniugi rifiutano il contributo del Comune

La coppia ha deciso di rifiutare il contributo economico di 13.000 euro del Comune per sanare la morosità: "La proposta del Comune - spiegano - non risolve i nostri problemi, noi abbiamo bisogno di un posto in cui vivere". Intanto domani scatterà lo sfratto esecutivo e la figlia dodicenne della coppia rischia di essere affidata ai servizi sociali

La proposta di un contributo economico straordinario avanzata dal Comune di Bari non ferma la protesta di Gianni e Gianna Tempesta, che da ormai sei giorni occupano insieme ad altre otto famiglie guidate dall'Unione Inquilini di Bari i portici del teatro Piccinni. Ieri sera attraverso un comunicato il sindaco aveva annunciato di essere disposto a varare un contributo straordinario nei confronti della coppia, per permettere ai Tempesta di sanare la morosità e sottoscrivere eventualmente un nuovo contratto di affitto. Ma in mattinata, quando l'assessore all'Edilizia Pubblica Palmiotti ha incontrato i due coniugi per presentare loro la proposta, Gianni e Gianna Tempesta non se la sono sentita di accettare.

A spiegare le ragioni della coppia, che ha annunciato quindi di voler proseguire la propria protesta, è il segretario provinciale dell'Unione Inquilini, Annalinda Lupis: "La proposta del Comune di dare ai Tempesta 13.000 euro per sanare la morosità (i coniugi non riescono più a pagare l'affitto dal novembre 2009, ndr) è inaccettabile, perchè non risolve i problemi della coppia. Loro non vogliono l'elemosina, vogliono che il Comune li aiuti a risolvere definitivamente la loro situazione. Del resto, - chiosa Lupis - lo stesso sindaco sta rinfacciando in queste ore i contributi già erogati in questi anni alla famiglia Tempesta, e questo è ancora più umiliante per i coniugi". "D'altra parte - prosegue il segretario dell'Unione Inquilini - anche il proprietario dell'appartamento non accetterebbe mai una proposta del genere, perchè invece lui è interessato, legittimamente, a rientrare in possesso della casa". Una casa che proprio domani i Tempesta saranno costretti a sgomberare a causa dello sfratto esecutivo per morosità, senza avere di fatto, a meno di ventiquattr'ore dallo sgombero, un altro posto in cui andare.

"Per noi - spiega Annalinda Lupis - è inaccettabile anche l'idea di un contributo economico mensile erogato dal Comune, perchè non possiamo rischiare che, cambiando la Giunta, Gianni e Gianna si ritrovino allo stesso punto di partenza. Quello che chiediamo, invece, è che venga convocato un tavolo di concertazione al quale prendano parte tutti: i coniugi Tempesta e i loro legali, i nostri rappresentanti sindacali, l'assessore al Welfare Abbaticchio e l'assessore all'Edilizia Pubblica Palmiotti, ma anche il sindaco e il prefetto. Più volte è stato lo stesso prefetto a sollecitare un incontro di questo tipo, ma finora non è mai successo".

Per il momento invece il sindaco Emiliano replica a distanza alla protesta dei coniugi Tempesta, a cui ieri ha dato spazio anche la trasmissione di Rai Uno "La Vita in Diretta", con tanto di appello della conduttrice Mara Venier al sindaco. "Non governo la città ascoltando gli ordini della televisione", risponde su Facebook Emiliano ad una cittadina che gli chiede se dopo l'appello televisivo cambierà le graduatorie per favorire i Tempesta. Poi, rispondendo ad un commento di un altro cittadino spiega:  "La loro casa è in costruzione, ma adesso ci sono altre famiglie che li precedono in graduatoria". "Peraltro - continua il sindaco in un altro post - quelle per i Tempesta non sono case popolari qualunque, ma sono quelle speciali per disabili che sono state costruite solo dalla mia amministrazione e ne abbiamo già assegnate 42, ma non siamo ancora arrivati al 94^ posto!".

Intanto però la situazione di Gianni e Gianna rischia di diventare ancora più drammatica. Mentre la loro protesta sotto i portici del Piccinni prosegue ininterrotta da ormai sei giorni, domani scatterà lo sfratto esecutivo e la coppia non avrà più concretamente un posto in cui vivere. Nel frattempo il Tribunale dei minori si sta interessando della figlia dodicenne della coppia, che potrebbe essere tolta ai genitori e affidata ai servizi sociali finchè i coniugi non saranno in grado di garantirle un posto in cui vivere.

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