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Cronaca

"Soldi per somministrare farmaco gratuito", chiesta condanna a dieci anni per oncologo barese

La richiesta della Procura di Bari a carico del medico (attualmente sospeso) Giuseppe Rizzi, accusato di aver raggirato 16 pazienti, malati terminali, facendosi pagare prestazioni sanitarie a cui avrebbero avuto diritto gratuitamente

Dieci anni di reclusione: è questa la condanna che la Procura di Bari (pm Marcello Quercia) ha chiesto per Giuseppe Rizzi, oncologo barese (attualmente sospeso), a processo per concussione con l'accusa di aver truffato 16 malati terminali. Secondo le accuse il medico, ex dirigente dell'Istituto Giovanni Paolo II di Bari, avrebbe indotto i pazienti a pagare per cure spacciate come 'salvavita' (generando così false speranze nelle vittime), incassando da loro del denaro per delle prestazioni a cui avrebbero avuto diritto gratuitamente.

L'inchiesta prese avvio dalla denuncia dei familiari di un paziente, deceduto nel 2019, che sarebbe arrivato a versare al medico 130mila euro con la speranza di guarire da un carcinoma definito 'irreversibile', arrivando anche ad essere costretto, per ripagare le prestazioni, a lavorare come operaio nella villa che il medico stava ristrutturando, quando era ormai in fin di vita. 

Insieme al professionista, è imputata la compagna avvocato che sarebbe stata sua complice, e il cui Caf si sarebbe all'occorrenza abusivamente trasformato in ambulatorio: la richiesta della pubblica accusa è stata di 4 anni di reclusione.

La prossima udienza è fissata per fine settembre, con la discussione della difesa e il verdetto.

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