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Cronaca Locorotondo

Spaccio di eroina e cocaina, la 'centrale' nella palazzina popolare: smantellata rete di pusher, sei arresti nel Barese

Operazione dei carabinieri a Locorotondo: le indagini hanno consentito di accertare il controllo dell'attività illecita sul territorio da parte del gruppo, che non esitava a minacciare di ritorsioni e pestaggi i clienti insolventi

La 'centrale' dello spaccio era in una palazzina popolare, trasformata in un 'market' della droga in cui i clienti potevano recarsi in qualsiasi momento, anche negli orari del coprifuoco. In alternativa, se nei paraggi veniva rilevata la presenza di forze dell'ordine, lo spaccio proseguiva tramite corrieri in biciletta, i quali, previo appuntamento, consegnavano le dosi presso bar o aree di servizio, occultandole, durante il tragitto, all’interno di mascherine chirurgiche o in bocca.

Così la rete di pusher smantellata oggi dai carabinieri a Locorotondo nell'ambito dell'operazione denominata 'Coffee Shop', avrebbe controllato l'attività di spaccio sul territorio, tanto da diventare  un "punto di riferimento" per i tossicodipendenti del luogo. In manettre, con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti in corso, sono finite sei persone,  in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bari.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

L’indagine - condotta tra febbraio e aprile 2021 - dalla Stazione Carabinieri di Castellana Grotte, è stata avviata a seguito dei servizi di osservazione e pedinamento eseguiti dai militari, insospettiti dall’andirivieni di giovani, noti assuntori di eroina, presso un edificio di Locorotondo, abitato da alcuni degli indagati. 

Successivamente le indagini, condotte anche con attività tecniche, hanno consentito, spiegano gli investigatori, "di delineare un contesto criminale costituito da una fitta rete di pusher (il cui legame era rinforzato da vincoli di parentela), dediti alla vendita di cocaina ed eroina".

Dalle indagini sarebbe emersa anche "l’indole violenta del gruppo", i cui componenti non avrebbero esitato a minacciare di ritorsioni e pestaggi i clienti insolventi, ai quali, in alternativa - secondo quanto ricostruito dagli investigatori - veniva prospettato di costringere i parenti a prostituirsi per reperire il denaro necessario a sanare il debito. In altra circostanza, condotti all’interno di una caserma dell’Arma, in quanto trovati in possesso di stupefacente, alcuni dei pusher non avevano esitato ad aggredire con calci e pugni anche i militari, ferendo lievemente tre carabinieri. 

Per soddisfare la “domanda”, i pusher effettuavano trasferte quasi giornaliere a Taranto, ove acquistavano cocaina che successivamente immettevano nella piazza di Locorotondo al costo di euro 100 al grammo. 

Nel corso delle indagini, sono stati accertati oltre 100 episodi di spaccio, sequestrati 21 grammi di eroina, 14 grammi di hashish e segnalati 4 assuntori alla Prefettura di Bari.

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