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Cronaca

L'inseguimento, i colpi contro gli agenti e il conflitto a fuoco: i momenti della sparatoria ad Avellino

La ricostruzione di quanto avvenuto la sera dello scorso 13 ottobre a Cesinali. Oltre al 31enne originario di Molfetta rimasto ucciso, sono del Barese tre dei quattro arrestati, presunti componenti della banda partita dalla Puglia

Le cinque vetture rubate intercettate dalla polizia a Foggia e seguite fino alla provincia di Avellino, il tentativo da parte della banda di investire gli agenti per sottrarsi al controllo e i colpi esplosi contro i poliziotti, che successivamente aprono il fuoco verso una delle auto. Sono i momenti, ricostruiti da Avellinotoday, di quanto sarebbe accaduto la sera dello scorso 13 ottobre a Cesinali, piccolo centro della provincia. Nel conflitto a fuoco tra malviventi e polizia, un 31enne pregiudicato originario di Molfetta, Giovanni Rinaldi, è rimasto ucciso, mentre altre quattro persone (tre delle quali del Barese) sono state arrestate.

Arresti convalidati: "Eravamo in Irpinia per rubare auto"

Gli arrestati sono Giuseppe Valentini, 56enne di Bitonto, Vincenzo Montereale, 37enne di Bitonto, Valentino Capocchiano, 34enne di Grumo Appula e Savino Ariostini, 53enne di Foggia. Nella giornata di ieri, per gli indagati, accusati di resistenza a pubblico ufficiale, detenzione illecita d’arma da fuoco, furto di autovetture e tentato omicidio, la misura dell'arresto cautelare in carcere è stata convalidata. Valentini, assistito dall’avvocato del foro di Bari Massimo Chiusolo, ha deciso di collaborare, rispondendo a tutte le domande del gip del tribunale di Avellino Paolo Cassano. Valentini ha ribadito che, quella sera, erano giunti in Irpinia per rubare auto. 

La sparatoria a Cesinali

Come ricostruisce Avellinotoday, tutto comincia la sera del 13 ottobre 2022, a Foggia, quando una pattuglia della squadra mobile della polizia è sulle trace di cinque vetture rubate, inseguite fino al casello autostradale di Cerignola est e poi fino alla provincia di Avellino. All’altezza di Cesinali, tre auto riescono a far perdere le proprie tracce, mentre due Jeep Compass si fermano nel piazzale davanti al cimitero del paese. I poliziotti - una pattuglia di Foggia e tre volanti di Avellino - si fermano per sottoporre a controllo gli occupanti dei veicoli. Il conducente della Jeep bianca, però, tenta la fuga e con una prima manovra tenta d'investire due agenti di Foggia e esplode due colpi nei loro confronti. Gli agenti rispondono al fuoco e dalla Jeep vengono esplosi altri due colpi di pistola, stavolta verso un terzo agente intervenuto. A questo punto la vettura accelera e si dà alla fuga; per aprirsi la strada puntano un altro agente che rischia di essere investito, intanto i poliziotti aprono il fuoco nei confronti dell’auto. I malviventi a bordo dell'altra jeep, quella nera, vengono arrestati, mentre una pattuglia insegue la Jeep bianca fino ai binari della frazione Villa San Nicola. Qui, all’interno dell’auto, con il volto ancora coperto dal passamontagna, troveranno il corpo senza vita di Giovanni Rinaldi. Ariostini, latitante dal 2020, ritenuto vicino al clan Moretti-Pellegrino-Lanza, sarà arrestato la mattina successiva. All’interno dell’auto la polizia non trova nessuna arma. L’unica pistola - una Beretta - viene trovata in possesso delle persone arrestate nell’altra Jeep; a bordo delle auto sono stati trovati inoltre una bomboletta di gas butano, cinque bottigliette di liquido infiammabile, ricetrasmittenti, utensili utili allo scasso e 149 chiodi in acciaio a quattro piedi di grandi e piccole dimensioni (Kalashnikov e bombe a mano e altre armi pesanti, secondo le fonti investigative foggiane, erano a bordo di una Stelvio, una delle tre auto riuscite a far perdere le proprie tracce). 

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