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Cronaca

Spazi abbandonati e riutilizzo attivo: trasformare la città con Pop Hub

Il progetto, nato dall'iniziativa di alcuni giovani baresi, mira a mappare i luoghi inutilizzati, con lo scopo di 'riportarli in vita': "L'idea - spiega uno dei fondatori, Luca Langella - è di riattivarli, favorendone un utilizzo virtuoso"

Edifici abbandonati, sfitti, aree lasciate nel degrado, in attesa di essere riconvertite al servizio della comunità. La mappa di Bari contiene tanti, troppi 'punti neri' dove intervenire, tanti 'ex luoghi' un tempo pulsanti di lavoro e storie quotidiane, ad oggi ridotti a inutili ruderi, talvolta un peso sulle casse del Comune.

In una città che ha bisogno di spazi e contenitori per iniziative imprenditoriali e culturali, sta prendendo piede il concetto di riuso, alla base del progetto Pop Hub, ovvero trasformare edifici dismessi in risorsa sostenibile: "L'idea - spiega uno dei fondatori, Luca Langella - nasce nell'aprile 2012, sulla falsariga dell'Hub realizzato in Fiera, dove vi erano tanti padiglioni sottoutilizzati, poi dati in concessione a privati". Il concetto di Pop Hub si poggia su 3 elementi, ovvero spazi, persone e network di eventi: "Crediamo che iniziative e cittadinanza attiva siano uno strumento per riattivare gli edifici abbandonati - prosegue Langella - . A gennaio scorso abbiamo realizzato un festival alla ex Manifattura dei Tabacchi, con mercatini, concerti, laboratori di eco design, permettendo a tanti di conoscere o riscoprire questi luoghi".

Il progetto, al quale lavorano anche ingegneri, tecnici e consulenti, è cominciato con una mappatura della città, dalla quale sono emersi almeno 230 immobili non utilizzati, 50 dei quali appartenenti a Enti pubblici: "Il quartiere più abbandonato - rivela Langella - è il Libertà, dove, ad esempio, c'è via Manzoni, in cui vi sono almeno 70 immobili sfitti". La seconda fase dell'iniziativa, ovvero la mappatura dei comuni della provincia, è già in corso.

In seguito, i fondatori puntano a catalogare le aree abbandonate di Puglia, Campania, Sicilia e Calabria: "Recentemente - aggiunge Langella - abbiamo stipulato un protocollo con il Comune per aprire uno sportello in collaborazione con altre associazioni che vorranno lavorare su questo fronte, seguendo il modello Hub, rendendole auto-sostenibili. Un immobile abbandonato ha un costo per la collettività. Al contrario, una sua riconversione, come ad esempio la creazione di un centro culturale in un'area come la ex Manifattura dei Tabacchi, gioverebbe a tutto il quartiere. A breve - dice Langella - partiremo anche con una app per smartphone, con la quale chiunque potrà segnalarci luoghi da censire, in modo da avere un database aggiornato".

Bari dunque come Berlino, la capitale della trasformazione e del riuso. Solo un sogno? Certamente non per Langella e lo staff di Pop Hub: "Ho vissuto da quelle parti per l'Erasmus - svela il 26enne fondatore della start-up assieme a Silvia Sivo, laureanda in ingegneria edile-architettura - e posso dire che sono stati davvero lungimiranti. Da lì l'intenzione di fare qualcosa per replicarlo nella nostra città dove c'è un enorme bisogno di spazi per i giovani, nei quali esprimere la nostra creatività".

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