Anniversario strage di Bologna, una corona d'alloro per ricordare le vittime baresi dell'attentato
Rievocazione davanti alla pietra di Palazzo di città per l'evento la strage avvenuta 42 anni fa, in cui persero la vita Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Giuseppe Patruno e Silvana Serravalli
Una corona di fiori per ricordare per ricordare le vittime baresi della Strage di Bologna, nel 42esimo anniversario dell'evento. La cerimonia si è tenuta questa mattina davanti a Palazzo di città, alla presenza del sindaco di Bari, Antonio Decaro, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, della prefetta Antonella Bellomo, del presidente del comitato provinciale dell’Anpi Pasquale Martino e delle forze dell’ordine, in memoria di Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Giuseppe Patruno e Silvana Serravalli, rimasti vittima dell'ordigno che il 2 agosto del 1980 uccise 85 persone e ne ferì altre 200 nella sala d’aspetto della stazione di Bologna, esplose l’ordigno che uccise ottantacinque persone e ne ferì oltre duecento, è stato osservato un minuto di silenzio.
“Ogni anno alle 10.25 del 2 agosto il nostro Paese si ferma - ha dichiarato il sindaco Decaro -. Che sia per un minuto di silenzio, per un ricordo o per una lacrima di rabbia, tutti torniamo indietro nel tempo mentre ci passano davanti agli occhi le immagini di quella stazione sventrata, di quella ferita che attraversò l’Italia, da nord a sud, proprio come avrebbe dovuto fare quel treno. 85 persone persero la vita in quella stazione e 200 rimasero ferite. Di quelle, qui oggi ricordiamo i nostri concittadini e abbracciamo le loro famiglie. Chiedendo loro scusa per quanto accaduto. Chiediamo loro scusa perché non conosciamo ancora tutta la verità sull’accaduto. Chiediamo loro scusa per non aver fermato in tempo quel furore ideologico che in quegli anni sparse tanto sangue per le strade e le piazze italiane. Chiediamo scusa se forse non ci siamo pentiti abbastanza o se qualcuno ha tentato in qualche modo di giustificare questa ferocia e questa violenza o se pezzi dello Stato hanno favorito e depistato impedendo per tanti anni piena verità e giustizia. Questa città non può dimenticare una delle stragi più efferate della storia repubblicana. Un ricordo che vuole anche essere testimonianza di un impegno a difesa di quei valori di democrazia, giustizia e legalità che proprio quella strage puntava a sovvertire. Nessun terrorismo ha una giustificazione, nessuna violenza può mai essere tollerata e nessuna vita può essere sacrificata in nome e per conto di fanatismi ideologici. Per quella tragica giornata di 42 anni fa e per le famiglie delle vittime di quella strage la città di Bari porge ancora una volta il suo affettuoso cordoglio”.
"Quelle lapidi non servono a far più bello il Comune, ma a giurare di nuovo sulla Costituzione che non faremo mai un passo indietro e chiunque si permetta di toccare la libertà repubblicana avrà a che fare con lo Stato, con le leggi e con la nostra capacità di reagire. Sempre e comunque", ha detto, come riporta la Dire, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. "Ognuno di noi, almeno chi ha l'età sufficiente, ricorda perfettamente dov'era quando seppe della notizia - ha aggiunto - Da allora mi sono sempre chiesto se sia possibile che fatti di quella gravità possano accadere solo per decisione di una organizzazione criminale. O se per commettere cose così, serva qualche altra cosa. Ed è la stessa cosa che ho pensato il 19 luglio o il 23 maggio. Tutte date scolpite nella nostra memoria e che ci riempiono di angoscia, perché ci rendiamo conto che la lotta tra il bene e il male non trascura nessun luogo. Non ci sono luoghi dove questa lotta non sia necessaria". "Il fatto che noi ricordiamo questo evento serve a mantenere alta quella vigilanza e a ricordare a ognuno di noi che in ogni momento può trovare al suo fianco, ed è capitato anche a me nella mia vita istituzionale, la persona sbagliata e devi provare a evitare che si comporti violando la Costituzione e le leggi", ha concluso.