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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Street art, piccoli gioielli per la città. Decaro: "La Sovrintendenza lasci le opere"

Il primo cittadino, scrive alla direttrice Nardella: "Non rimuovere i San Nicola dal sottopasso di via Sella e il murale sulla Rossani". Intanto, alcuni graffiti di Ozmo nel centro murattiano sono circondate dal degrado

Per molti sono l'esempio di una creatività capace di modellarsi assieme allo scenario urbano, per altri, forse, semplicemente da rimuovere, o pasticciare come fossero banali scritte tipiche di romanzi adolescenziali. Se le seconde fanno bella vista in numerosi punti di rilievo della città (in particolare sulla muraglia), le prime, ovvero, opere di street art, sono al centro di una polemica tra il Comune e la Sovrintendenza regionale ai Beni culturali, i cui rapporti sono già tesi per la vicenda del cantiere di Santa Chiara.

 Il sindaco, Antonio Decaro ha inviato una lettera alla direttrice Maria Carolina Nardella, chiedendo di rendere permanenti i murales realizzati dagli artisti Ozmo e Sam3 nel 2013, per il progetto artistico 'Fresh Flaneur': si tratta dei tre San Nicola sulla parete curva del sottopasso di via Quintino Sella e dell suggestivo gioco di effetti dato da figure umane in raggruppamento sul timpano di un edificio del complesso Rossani. Due opere, seppure realizzate su immobili sottoposti a tutela dal Codice dei Beni Culturali, divenute icone di quei luoghi, apprezzate da baresi e turisti. Il sindaco Decaro, motiva la sua richiesta affermando, in una nota, che “la rimozione dei murales richiesta dalla Soprintendenza priverebbe la città di opere che non solo hanno un valore intrinseco, ma che ormai sono entrate a far parte dell’immaginario comune. Da tempo - prosegue - le città di tutto il mondo si aprono alla creatività degli street artists cui affidano il compito di cambiare, letteralmente, il volto di luoghi in disuso ma anche di spazi di rappresentanza pubblica".

La street art per le vie della città

Mentre la corrispondenza del confronto continua a infittirsi, altre opere di street art sparse per la città, vengono danneggiate dai vandali. E' il caso di due realizzazioni di Ozmo, su una parete adiacente al teatro Margherita e in un arco della città vecchia, entrambe circondate da scritte grottesche, lasciate nel più completo degrado. Discorso simile per un pannello artistico realizzato nei pressi dell'Istituto Vivante, in Piazza Diaz, sfregiato con una piccola ma evidente lettera esse.

A Bari ci si perde in polemiche mentre nel resto del mondo, geni del calibro di Bansky, Fairey, Os Gemeos si esprimono riutilizzando semplici muri o enormi pareti, esprimendo concetti, visioni e opinioni su grandi temi sociali e della politica. Se altrove si preferisce l'arte del fare, qui, evidentemente, va sempre di moda quella della burocrazia.

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