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Cronaca Altamura

Scambiato per un affiliato del clan rivale, 55enne ferito a colpi di pistola davanti all'ospedale: un arresto

L'agguato nel 2014 davanti al 'Perinei' di Altamura: in manette un 29enne, ritenuto uno dei responsabili dell'agguato, insieme ad altri due soggetti già arrestati. Secondo le indagini, l'obiettivo dei sicari sarebbe stato l'esponente di un gruppo criminale contrapposto

Tentato omicidio e porto e detenzione di arma da fuoco, aggravati dal metodo mafioso: queste le accuse a carico di un 29enne, con precedenti e già detenuto per altra causa, raggiunto questa mattina da un'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari ed emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip, nella mattina del 24 settembre 2014, presso l’ospedale Perinei di Altamura, l’indagato, su mandato di un esponente della criminalità organizzata altamurana e con il supporto di un altro soggetto - entrambi già arrestati nel febbraio 2020 per lo stesso fatto - avrebbe esploso tre colpi d’arma da fuoco nei confronti di un uomo, all’epoca 55enne, completamente estraneo agli ambienti criminali e in ospedale per accertamenti diagnostici legati a un incidente sul lavoro. 

Secondo quanto emerso durante le indagini, i colpi esplosi avrebbero dovuto attingere un altro soggetto, elemento di spicco di una fazione criminale contrapposta, rendendo il 55enne, dunque, vittima innocente di un tragico scambio di persona, nonostante il tentativo dello stesso di dissuadere il presunto attentatore palesando la propria identità.

Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Investigativo e coordinate dalla Dda di Bari, sviluppate prevalentemente mediante servizi di osservazione e pedinamento e per mezzo di attività tecniche, supportate inoltre da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato e di individuare il movente del fatto delittuoso. Il mandante, infatti, già condannato con sentenza definitiva, secondo la tesi accusatoria, avrebbe commissionato al presunto esecutore materiale, l’omicidio del padre del responsabile dell’uccisione di suo fratello, storico esponente della criminalità organizzata murgiana.

Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico dell’indagato è stato condiviso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare. Il gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, ha disposto la misura cautelare a carico del soggetto, allo stato già detenuto per altra causa.

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