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Cronaca

Gli studenti boicottano i test INVALSI: "Valutati, non schedati"

Protesta dei ragazzi delle seconde classi degli istituti superiori Salvemini, Fermi e Giulio Cesare, che questa mattina hanno restituito in bianco le schede affidando le ragioni del loro gesto ad una scritta: "Valutati, non schedati"

Fogli riconsegnati in bianco, con la sola scritta: "Valutati non schedati". Così gli studenti delle seconde classi delle scuole superiori Salvemini, Fermi e Giulio Cesare hanno boicottato questa mattina lo svolgimento dei test INVALSI.

Le prove INVALSI (acronimo dell'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell'Istruzione), introdotte dal Ministero dell'Istruzione a partire dall'anno scolastico 2007/2008, sono prove standardizzate che dovrebbero servire a misurare a livello nazionale il grado di preparazione degli studenti delle scuole secondarie superiori e i cui risultati vanno ad incidere anche sul voto dell'esame finale dei ragazzi. L'introduzione dei test INVALSI, tuttavia, è stata accompagnata da una serie di polemiche e di contestazioni da parte di chi - tra cui molti insegnanti - sostiene che sia impossibile affidare a parametri puramente statistici e matematici la valutazione del livello di apprendimento dei ragazzi, che invece va valutato in base ad un complesso di fattori.

Ed è proprio questa la posizione espressa dagli studenti dell'UDS, che hanno promosso l'azione di boicottaggio di questa mattina.
"Gli INVALSI - dichiara in una nota Nicolò Ceci dell'Unione degli studenti di Bari. - propongono una visione di didattica diametralmente opposta a quella che abbiamo noi, che prevede una scuola che stimoli il pensiero critico e l’interazione sociale. Sappiamo bene che non è con un test del genere che gli studenti possono essere realmente valutati; crediamo che quello che la scuola debba fare non è penalizzare o cancellare le differenze, ma valorizzarle, creare dibattito e formare cittadini che ragionino, che abbiano una coscienza critica, e non che imparino tutto a memoria".
"Se con l’AltraRiforma - continua Ceci - proponiamo un’idea di valutazione che si allontani dal numero privo di significato, fotografia istantanea, ma che tenga conto di tutto il percorso di ogni singolo studente, vediamo come quello che fa l’INVALSI non è che una schedatura, volta ad aumentare il divario già esistente fra scuole di serie A, B e Z e quasi a legittimare questa classificazione."  

"Dopo l’Aprea 2, - conclude il comunicato - che introduce i privati nelle scuole e mina ai diritti degli studenti (come la rappresentanza) e che vede proprio l’INVALSI come organo di valutazione all’interno delle scuole, e l’intenzione di abolire il valore legale del titolo di studio, prosegue l’attacco al mondo della formazione, sulle orme del governo precedente, volto a trasformare sempre più le scuole in aziende, gli studenti in cifre su un libro contabile, i presidi in manager.
 

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