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Cronaca

Spaccio a domicilio e giovani pusher reclutati nella 'Bari bene': così rifornivano di droga Picone e Poggiofranco, 10 arresti

Le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dalla Dda di Bari, partite da un ferimento avvenuto nel 2016 a Poggiofranco. L'attività investigativa ha messo in luce la presenza di un gruppo che avrebbe gestito lo spaccio sui due quartieri

Ragazzi poco più che maggiorenni, provenienti da famiglie baresi benestanti, per lo più studenti, senza alcun precedente: 'insospettabili' reclutati come pusher per la consegna 'a domicilio' della droga a Picone e Poggiofranco. Hashish e marijuana soprattutto, dosi che venivano vendute ad altrettanto giovani acquirenti, dopo gli ordini arrivati su piccoli telefonini in dotazione agli spacciatori. A ricostruire le attività del gruppo che avrebbe gestito lo spaccio sui due quartieri, sono stati i carabinieri del Nucleo operativo di Bari San Paolo, guidati dal tenente Francesco Corinaldesi e coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.

Le indagini hanno portato oggi all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Bari Francesco Agnino, a carico di 10 persone accusate a vario titolo di lesioni aggravate, detenzione e porto abusivo di armi, rapina, furto e di costituzione di una associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Le attività investigative sono partite nel 2016 (e proseguite fino al 2018), dal ferimento di un 17enne avvenuto in Stradella del Caffè, a Poggiofranco. Un episodio su cui i carabinieri hanno chiuso oggi il cerchio, con l'arresto di due persone ritenute coinvolte nella gambizzazione, tra cui Francesco Cascella, 34 anni, considerato mandante dell'azione di fuoco. Un'azione che sarebbe maturata proprio nell'ambito dei contrasti per il controllo dello spaccio sul quartiere: il ferimento, cioè, sarebbe stato deciso da Cascella per 'punire' il 17enne, sospettato di aver cominciato a spacciare per un altro gruppo.

L'attività investigativa ha però portato in luce anche la presenza di un altro gruppo che avrebbe di fatto gestito lo spaccio sui quartieri di Picone e Poggiofranco, capeggiato - secondo gli investigatori - dai fratelli Maurizio e Giorgio Larizzi (37 e 30 anni, tra gli arrestati di oggi), ritenuti dagli inquirenti vicini al clan Capriati. I due fratelli si sarebbero occupati di far arrivare la droga che sarebbe poi stata di volta in volta consegnata ai pusher. Insieme ai Larizzi, i carabinieri hanno arrestato cinque presunti pusher del gruppo e un sesto soggetto ritenuto il contabile dell'organizzazione. La droga destinata agli spacciatori, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, veniva in alcuni casi lasciata in posti prestabiliti (come ad esempio, cataste di pneumatici 'abbandonati' in cui veniva nascosta) per poi essere recuperata dai pusher.

Il 5 giugno 2018 le indagini hanno portato al sequestro di una pistola calibro 9 x 17 e oltre 50 Kg di sostanza stupefacente, mentre nel corso delle operazioni odierne sono stati rinvenuti e sequestrati circa 61mila euro in contanti, trovati in un borsone occultato sotto il letto di uno degli arrestati, oltre che 110 grammi di marijuana e 50 di cocaina, trovati e sequestrati a carico di ignoti, all’interno di alcuni pneumatici riempiti di terra e accatastati subito fuori l’abitazione di un'altra delle persone colpite dall'ordinanza.

*Ultimo aggiornamento ore 13.34

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