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Cronaca Triggiano / Via Giovanni Casalino

In corteo "per Onofrio e per la legalità", fiaccolata silenziosa a Triggiano

Circa trecento persone hanno partecipato alla manifestazione per ricordare Onofrio Lorusso, l'anziano 'fondatore' del Caffè Royal, che si è tolto la vita dopo due attentati incediari al suo bar. Il figlio Francesco: "Questa è la risposta delle persone perbene, il nostro bar riaprirà"

Hanno sfilato in silenzio, con le fiaccole accese, dietro il  grande striscione che apriva il corteo: "Sei di Triggiano se... credi nella legalità. Con Onofrio, per Onofrio". Tanti ragazzi, ma anche adulti, anziani e famiglie con i bambini. Circa trecento persone, che dal liceo "Cartesio" hanno marciato composte fino in via Casalino, per ritrovarsi davanti alle saracinesche abbassate del Caffè Royal.

Quel bar che dal 1953 è stato la vita di Onofrio Lorusso e della sua famiglia, e che qualcuno ha voluto distruggere, appiccando il fuoco per due volte nel giro di poche settimane. Un dolore troppo grande al quale forse Onofrio non ha retto, decidendo di togliersi la vita. Le indagini per far luce sugli attentati vanno avanti, ma la vicenda di Onofrio ha fatto scattare qualcosa nella comunità. La volontà di manifestare vicinanza alla famiglia, certo, ma anche la voglia di rompere il silenzio, di mandare un messaggio alla mano criminale che ha appiccato quegli incendi: Triggiano crede nella legalità. E così la mobilitazione, cominciata sui social network, si è tradotta in gesti concreti: prima la marcia silenziosa in occasione dei funerali di Onofrio, poi la fiaccolata di questa sera.

Triggiano, la fiaccolata per la legalità

"Questa manifestazione è la risposta da parte di una comunità di brava gente - dice Francesco Lorusso, figlio di Onofrio e attuale titolare del Caffè Royal - In questo momento, vedere tutte queste persone, per mio padre sarebbe una gioia immensa. Questa marcia è un modo di dire ai delinquenti che noi non ci arrendiamo, è una reazione per dire basta a quello che sta succedendo intorno a noi. Ciò che è successo a mio padre è stata la spinta per reagire, quella che è mancata fino ad oggi".

Ma rompere il silenzio, sentire il sostegno dei suoi concittadini è stato anche ciò che ha dato a Francesco il coraggio e la forza di andare avanti. "Dopo il secondo incendio - racconta - mi ero arreso. Sentivo di non poter lottare da solo contro ignoti. Ma oggi, dopo la morte di papà e dopo il sostegno che ho avuto dalla comunità, ho capito che andrò avanti. Lo farò con le mie forze, non chiedo aiuti economici. Io e la mia famiglia vogliamo solo andare avanti a testa alta e fare con dignità il nostro lavoro". Il Caffè Royal, promette Francesco, riaprirà.

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