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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Truffa alla Provincia, blitz della Finanza negli uffici dell'ente

I militari delle Fiamme Gialle negli uffici di via Spalato per acquisire documentazione relativa alla presunta truffa sugli appalti per i lavori di manutenzione stradale aggiudicati dall'ente ai fratelli Antro

La Guardia di Finanza negli uffici di via Spalato per acquisire la documentazione relativa alla presunta truffa sugli appalti per i lavori stradali aggiudicati dalla Provincia al consorzio Sigi dei fratelli Erasmo e Alviero Antro, ai domiciliari dallo scorso 27 marzo. A riportare la notzia è l'edizione odierna della Gazzetta del Mezzogiorno. Secondo quanto riportato dal quotidiano, il blitz dei finanzieri, avvenuto qualche giorno fa, sarebbe durati un'intera giornata.

I SOSPETTI - L'attenzione degli inquirenti è volta soprattutto ad acquisire documenti che possano dimostrare l'esistenza di complicità e connivenze da parte degli uffici amministrativi della Provincia nella truffa messa in piedi dai fratelli Antro.

IL MECCANISMO DELLA TRUFFA - I fratelli Antro arrestati per truffa ai danni della provincia
Cominciata nel 2008, la truffa da parte del Consorzio Sigi consisteva essenzialmente nell'emettere fatture alla Provincia - per importi elevati e su prestazioni mai effettuate - che venivano poi utilizzate per chiedere anticipazioni bancarie. Inoltre, per dare prova dei crediti vantati, i due imprenditori avrebbero esibito alle banche registri di contabilità e certificati di pagamento che riportavano il logo contraffatto della 'Provincia di Bari'.

Il sistema ha cominciato ad andare in crisi nel 2011, quando le banche, insospettitesi, hanno chiesto alla Provincia la liquidazione di alcune fatture del Consorzio Sigi. Per tutta risposta, la Provincia ha dimostrato che quei lavori non erano mai stati effettuati né commissionati e che quindi si trattava di una truffa. Così le banche si sono rivolte alla magistratura, come anche la Provincia, che ha subito interrotto ogni rapporto con gli imprenditori.

Quel che ora gli inquirenti stanno cercando di capire è se la truffa sia stata in qualche modo agevolata da qualcuno che, all'interno degli uffici della Provincia, pure essendone a conoscenza, avrebbe deciso di chiudere un occhio sulla pratica truffaldina adottata dagli Antro.

 

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