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Cronaca

Truffa del 'Bonus Facciate' da 85 milioni di euro, maxi operazione della Guardia di Finanza: indagati anche nel Barese

L'indagine, compiuta in tutta Italia, riguarda un meccanismo di frode che avrebbe permesso l'attestazione di falsi lavori compiuti sulle parti esterne degli edifici. Questo artifizio avrebbe consentito di generare crediti derivanti dall'agevolazione fiscale

Una maxi indagine, condotta dalla Guardia di Finanza di Treviso, per truffa, indebite percezioni a danno dello Stato, riciclaggio, reimpiego in attività economiche e autoriciclaggio dei proventi illeciti, coinvolge 20 indagati sparsi in varie zone d'Italia, fra cui anche la provincia di Bari. 

Secondo l'accusa, il gruppo di indagati, in maggioranza giovani originari di paesi dell’Est-Europa, residenti tra le province di Bari, Bolzano, Venezia, Catania, Treviso, Rovigo, Padova e Pesaro Urbino, avrebbero messo in piedi un meccanismo di frode, nel 2021, attivando strumentalmente partite Iva per ditte edili, con cui avrebbero attestato falsamente di aver compiuto lavori che davano diritto a generare la particolare tipologia di crediti riguardante il 'Bonus Facciate'.

L'agevolazione fiscale correlata agli interventi di recupero o restauro della facciata esterna degli edifici, consentiva il riconoscimento di un credito d’imposta pari al 90% dell’importo dei lavori realizzati. Le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione a una serie di perquisizioni e sequestri, delegati dall’Autorità Giudiziaria di Treviso, su 49 milioni di euro di crediti d’imposta e oltre 2 milioni di euro fra somme di denaro e altri beni nella disponibilità di venti indagati.

Nell’ambito dello stesso fascicolo processuale, nel mese di gennaio del 2022, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Treviso aveva già sequestrato agli indagati crediti fiscali per 31,5 milioni di euro e disponibilità liquide per 2,5 milioni di euro. Nel complesso, quindi, le indagini hanno permesso finora di assicurare al patrimonio pubblico circa 85 milioni di euro in crediti fiscali, disponibilità finanziarie e altri beni illecitamente detenuti.

I crediti d’imposta, ottenuti fraudolentemente e all’insaputa dei proprietari degli immobili, che hanno negato di aver intrattenuto qualsiasi rapporto con gli indagati, sarebbero stati in parte monetizzati mediante cessione a istituti di credito, in parte ceduti a ditte individuali create ad hoc ovvero a società terze.

Le indagini proseguono, anche per ricostruire compiutamente tutti i passaggi di denaro successivi alla monetizzazione dei crediti fittizi e, a tale scopo, sono già stati attivati i canali di cooperazione internazionale per tracciare e sequestrare i proventi dei reati commessi, inviati all’estero per eludere od ostacolare gli accertamenti.

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