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Cronaca Molfetta

Molfetta, truffa per i lavori del nuovo porto. I racconti shock dei pescatori: "Le nostre reti bruciate dalle bombe"

Dalle testimonianze allegate agli atti dell'indagine in cui risultano coinvolte 60 persone, tra cui l'ex sindaco Azzollini, emergono dettagli inquietanti sullo stato di inquinamento e di pericolosità dell'area, mai adeguatamenete bonificata prima dell'avvio dei lavori

Un'area un tempo popolata da piante di Posidonia, in cui si pescavano anche cavallucci marini, diventata in pochi anni "una distesa di fango e morte". Sono particolari inquietanti quelli che emergono dalle testimonianze dei pescatori molfettesi allegate agli atti dell'indagine della Procura di Trani che lunedì scorso ha portato al sequestro dell'area in cui sarebbe dovuto sorgere il nuovo porto commerciale di Molfetta. Nell'inchiesta risultano coinvolte 60 persone - due già arrestate - tra cui l'ex sindaco della cittadina, Antonio Azzollini, senatore Pdl e ora presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d'ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali.

E proprio sui risvolti ambientali di quell'opera appaltata nel 2007 e mai realizzata si concentrano le testimonianze dei pescatori raccolte dalla Procura di Trani. Sul fondale, infatti, giacciono decine di migliaia di proiettili, bombe e fusti contenenti cianuro, iprite, acido clorosolfonico, fosforo e fosgene che, secondo gli accertamenti, sono corrosi dai 60 anni di permanenza in mare: in molti casi, il lamierino residuo del contenitore si è ridotto a pochi millimetri di spessore; in altri casi, invece, il contenuto è già a contatto con l'ambiente e ha distrutto anche le reti della marineria.

Una situazione di pericolosità che i racconti fatti dai pescatori alla Guardia di Finanza tra giugno e settembre del 2010 sembrano confermare. Le testimonianze contenute negli atti sono riportate oggi dall'Ansa. Un pescatore con 15 anni di esperienza spiega: "La situazione è precipitata da quando è iniziato il lavoro del porto...essendoci proprio lì la Posidonia si pescavano anche i cavallucci marini. Ora invece non c'è più nulla. Solo fango. Non c'è più vita né vegetale né animale".  Le mareggiate - aggiunge il pescatore - "sono una maledizione che ci fa rischiare durante la navigazione in uscita ed entrata dal porto e danneggia le barche agli ormeggi. Ho notato durante il mese di giugno scorso polpi morti, pesce di scoglio con ustioni. Ho anche potuto notare le reti che si bruciavano e siamo stati costretti a buttare tutto in mare, compreso il pescato. Al largo si sente un cattivo odore che ricorda quello della feccia dell'olio o dei frantoi e se uno si bagna le labbra sente un gusto amaro. Il mare a volte in superficie presenta strisce di bollicine scure, soprattutto l'estate".

Ma a ciò si aggiungono anche i malesseri, i disturbi fisici durante le battute di pesca. "A me - racconta lo stesso testimone - è capitato di sentirmi male durante una battuta di pesca e di ricorrere al pronto soccorso di Molfetta dove sono addirittura svenuto". Altri pescatori riferiscono di aver avvertito, durante le battute di pesca, un forte bruciore agli occhi: "Dopo un'ora gli occhi si gonfiano. Se tocchiamo le reti, le mani di riempiono di vesciche e se ci pungiamo o ci raschiamo sentiamo prima un prurito forte, poi bruciore e dolore molto intensi".

Le indagini della procura di Trani hanno accertato che il dragaggio dei fondali è stato fatto senza che venisse prima bonificata compiutamente la zona dagli ordigni a caricamento chimico. Da qui il continuo sollevamento dal fondale di dragaggio di "cavi fumanti a causa della presenza di materiale incendiario che creava preoccupazione soprattutto per i danni che poteva arrecare ai pescatori della zona in fase di transito o di pesca". Proiettili e ordigni sono stati trovati anche nella colmata del porto trasformata - secondo la procura - in una discarica abusiva pericolosa per la salute umana.

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