Chiesti soldi a pazienti per cure oncologiche spacciate come 'salvavita': condannato oncologo barese
Il gup ha disposto una condanna a 9 anni di carcere per Giuseppe Rizzi. Cinque anni e 6 mesi per la moglie Maria Antonietta Sancipriani
Il gup del Tribunale di Bari ha condannato a 9 anni di reclusione l'oncologo barese, Giuseppe Rizzi, accusato di aver indotto alcuni pazienti, in gran parte malati terminali, a pagare per cure spacciate come salvavita, alcune delle anche disponibili come prestazioni sanitarie gratuite. Lo riporta FoggiaToday. Il giudice per l'udienza preliminare, Francesco Vittorio Rinaldi, ha anche condannato la compagna dell'uomo, l'avvocata Maria Antonietta Sancipriani a 5 anni e 6 mesi.
Rizzi fu arrestato a maggio scorso dai carabinieri con le accuse di concussione continuata e truffa aggravata. Il professionista fu subito licenziato dall'Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari dove aveva esercitato il ruolo di dirigente medico. Le attività illecite sarebbero state condotte in concorso con la compagna, titolare di un Caf che per gli inquirenti sarebbe stato adibito anche ad ambulatorio medico. la cifra pagata dai pazienti in 10 anni ammonterebbe a circa 2,5 milioni di euro. Il gup ha predisposto una provvisionale pari a 180mila euro in favore della famiglia di Ottavio Gaggiotti (considerato il 'paziente zero' dell'inchiesta) che aveva presentato denuncia dalla quale erano partite le indagini.
Il pm Marcello Quercia aveva chiesto 10 anni per il medico e quattro per Sancipriani. Per entrambi è stata disposta l'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e per Rizzi è stata anche disposta l'estinzione del rapporto di lavoro con l'amministrazione di provenienza. I due sono stati inoltre condannati a pagare, in solido, la provvisionale a titolo di risarcimento alle 13 parti civili per complessivi 329mila euro. Di questi, 30mila euro all'Oncologico, 10mila all'Ordine dei medici e la restante parte ad 11 pazienti con ulteriore riparazione del danno potrà essere chiesta dalle parti in sede civile.
L'Asl Bari: "Vicenda tristissima"
La sentenza di condanna a 9 anni di reclusione dell'oncologo barese Giuseppe Rizzi, è "una vicenda tristissima, di cui non avremmo voluto più parlare: è giusto tuttavia che si sappia che il Tribunale di Bari ha riconosciuto al nostro Istituto, che si è costituito parte civile, una provvisionale per i danni subiti e che stiamo valutando la possibilità di un'azione giudiziaria ad hoc per il danno d'immagine che le condotte del dottor Rizzi hanno generato, oscurando il lavoro prezioso, indefesso e soprattutto onesto del personale in servizio all'oncologico di Bari". Lo afferma, secondo quanto riporta l'Ansa, Alessandro Delle Donne, Dg dell'Istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari.
"Questa sentenza - continua Delle Donne - rafforza la stima e la fiducia che questo Istituto nutre nei confronti delle forze dell'ordine, dei Carabinieri e della magistratura a cui, senza alcun indugio, avevamo segnalato i comportamenti di Rizzi che avevano già determinato il licenziamento disciplinare senza preavviso mesi prima dell'arresto. Oggi, di questa vicenda, ci resta il dolore e la vicinanza ai pazienti e ai familiari coinvolti nei fatti".