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Cronaca

Università, mancano i docenti ma il Ministero blocca le assunzioni

Rettore e studenti fanno fronte comune contro i nuovi criteri fissati dal Ministero, a causa dei quali l'Ateneo rischia di non riuscire a coprire le cattedre lasciate libere dopo i pensionamenti

Un'ondata di pensionamenti che, sommata ai nuovi criteri imposti dal Ministero dell'Istruzione per l'assunzione dei docenti, rischia di lasciare scoperte molte cattedre. E' questa la situazione all'Ateneo di Bari, dove in questi giorni studenti e rettore stanno facendo fronte comune  contro le nuove norme volute dal governo che sembrano voler condannare "all'estinzione le Università".

A lanciare l'allarme è proprio il rettore dell'Università di Bari, Corrado Petrocelli, che in un'intervista rilasciata oggi al Corriere del Mezzogiorno promette battaglia contro i criteri "iniqui" imposti da Roma. Al centro delle contestazioni, in particolare, i punti d’organico assegnati dal Ministero all’Università: poco meno del 10 per cento. Assolutamente insufficienti, spiega il Rettore,  visto che non si riusciranno a coprire neppure 20 posti, mentre solo ieri sono andati in pensione ben 65 docenti. E mentre ci sono 31 ricercatori, regolari vincitori di un concorso per l'inserimento a tempo indeterminato, che in questo modo difficilmente riusciranno ad ottenere l'assunzione. Il rettore ha fatto poi appello a istituzioni locali e parlamentari pugliesi, affinché sostengano l'Università barese nella sua battaglia. I calcoli per le assunzioni, ha spiegato il Rettore, si basano su criteri assurdi e vedono l'Ateneo barese penalizzato, nonostante negli ultimi anni sia stato un ateneo virtuoso, che non ha alzato le tasse e ha contenuto la spesa per il personale.

Alle parole di Petrocelli  hanno fatto eco quelle degli studenti del coordinamento universitario Link. "Con la spending review, che liberalizza di fatto le tasse universitarie, e questo nuovo decreto il Ministro Profumo continua ad usare ancora una volta la politica del bastone e della carota. La carota per (alcuni) rettori, quelli che negli scorsi anni hanno aumentato le tasse oltre il limite consentito, il bastone contro gli studenti che vedranno le tasse aumentare a fronte di una riduzione della qualità della didattica e contro le Università del Sud" - continua Leonardo Madio, consigliere di amministrazione UNIBA per LINK - "In particolare, tutte quelle Università che hanno le tasse più basse per le particolari condizioni sociali del territorio, che hanno rispettato il vecchio limite del 20% o hanno un numero elevato di idonei per il conseguimento delle borse di studio (e dunque esentasse) si ritroveranno penalizzate da questi criteri".

"Crediamo che sia assolutamente positivo che il rettore di Bari si sia schierato contro queste norme, che determinano un ricatto contro la popolazione studentesca, ponendola di fronte al quesito: assumere per assicurare la sostenibilità dei corsi di laurea aumentando le tasse o chiudere direttamente i corsi" - sottolinea Alessandro Castellana, coordinatore di LINK Bari - "Come studenti continueremo a scendere in piazza contro questi provvedimenti, volti a spaccare il paese e creare poche università elitarie e costose".

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