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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Usura ed estorsioni, sgominata banda nel tarantino: in manette anche baresi

Tra le 14 persone coinvolte nel blitz, anche quattro baresi: due sono finiti ai domiciliari, per altri due è scattato l'obbligo di dimora

Ci sono anche alcuni baresi tra le 14 persone coinvolte nel blitz portato a termine all'alba dai carabinieri di Castellaneta, in provincia di Taranto. Cinque persone sono finite in carcere, 3 agli arresti domiciliari e per altre sei sono scattati gli obblighi di dimora. 12 dei destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’usura ed al riciclaggio, uno di sola tentata estorsione in concorso ed un altro soggetto di usura in concorso.

Le indagini, partite nel 2009, dopo la denuncia di un allevatore del posto, hanno permesso di accertare l'esistenza un sodalizio criminale dedito all’usura e al riciclaggio operante prevalentemente nel territorio di Palagiano, che offriva prestiti di denaro a piccoli e medi imprenditori e commercianti in difficoltà, pretendendo dagli stessi la restituzione della somma maggiorata da tassi di interesse usurari del 10-12% mensile e quindi almeno del 120% su base annua. Le vittime venivano sistematicamente vessate mediante condotte estorsive e intimidatorie per obbligarle al pagamento delle rate concordate. 

In particolare, 'fulcro' delle attività sarebbe stata la macelleria di un 46enne di Palagiano, Vincenzo Carone, che ricopriva un ruolo di “tramite” tra i finanziatori e le vittime, imprenditori in difficoltà prevalentemente di Palagiano, ai quali consegnava il danaro prestato, riscuotendo poi gli interessi illeciti. La macelleria, secondo quanto emerso dalle indagini, era il luogo di abituale richiesta e consegne del denaro, nel quale le vittime di usura, fingendosi clienti, si rivolgevano la macellaio e alla sua consorte, usando termini convenzionali quali “agnello” o “carne” per indicare la necessità di ricevere rispettivamente denaro contante o assegni. Quando si recavano presso la macelleria, le vittime chiedevano ad esempio la consegna di 1 o 2 “agnelli” intendendo, in realtà, 1000 o 2000 euro in contanti. Da qui il nome dell'operazione, il  “Signore degli Agnelli”.

I baresi coinvolti sono: 

AI DOMICILIARI

- Giannulli Massimo, 57 anni, già ai domiciliari, accusato di associazione per delinquere e favoreggiamento personale

- Ladisa Giuseppe, 42 anni, già ai domiciliari, accusato di tentata estorsione in concorso

OBBLIGO DI DIMORA
- Vincenzo Carone, 46 anni, accusato di associazione per delinquere, usura in concorso, tentata estorsione in concorso, porto e detenzione di armi in luogo pubblico

- Ersilia Forino, 43 anni, accusata di associazione per delinquere e usura in concorso
 

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