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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Xylella, scarti di ulivi salentini utilizzati da una ditta del barese: quattro denunce

Il materiale proveniente dalle potature di ulivi della zona infetta veniva trasportato dalla provincia di Lecce in un'azienda energetica del barese, contravvenendo così alle misure fitosanitarie previste per contrastare l'espansione del batterio

I residui di potature di ulivi provenienti dalle zone colpite dalla Xylella venivano trasportati dal Salento nel barese, dove sarebbero stati utilizzati da una ditta operante nel settore delle energie rinnovabili. Un'operazione tuttavia vietata dalle recenti misure fitosanitarie obbligatorie adottate dal commissario per l'emergenza Giuseppe Silletti, per contenere l'espansione del batterio.

A scoprire la movimentazione di scarti vegetali sono stati gli uomini del Comando Regionale Puglia e del Comando Stazione di Monopoli del Corpo forestale dello Stato, che hanno denunciato quattro persone.

VIDEO: GLI SCARTI VEGETALI SEQUESTRATI E DISTRUTTI DALLA FORESTALE

Nel corso di un controllo nella ditta, i Forestali, nel verificare la provenienza del materiale agricolo utilizzato per la produzione di energia, hanno accertato che diverse tonnellate provenivano da una zona del leccese colpita dalla Xylella fastidiosa. In particolare, il materiale, proveniente dal comune di Squinzano, era stato prelevato da una ditta di Nardò e consegnato alla società del sud barese.

I due proprietari dei terreni, i rappresentanti della ditta di trasporti e della società di Bari sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bari per l’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità in materia di sicurezza pubblica e igiene, mentre il materiale è stato prontamente bruciato.

"La condotta - è ribadito in una nota del Corpo forestale dello Stato - gravissima e pericolosa, non ha rispettato le misure fitosanitarie obbligatorie per il contenimento delle infezioni di Xylella fastidiosa.  Esse vietano lo spostamento al di fuori delle zone delimitate o all’interno delle stesse di residui vegetali provenienti da potature che invece devono essere utilizzati come bio massa, previo disseccamento in situ, all’interno della zona infetta, oppure bruciati sempre in loco o anche trinciati e distribuiti/interrati all’interno del campo".

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