Adelfia, Actionaid: firmato il patto di collaborazione fra donne braccianti, amministrazione comunale e associazioni
E’ stato firmato ieri pomeriggio presso il Comune di Adelfia (BA) il Patto “La buona terra: legami di prossimità” che prevede la collaborazione fra l’amministrazione comunale, 15 donne braccianti del progetto Cambia Terra , ActionAid, Auser Rutigliano, la Cooperativa Sociale Occupazione e Solidarietà, il Presidio Libera Adelfia, la Parrocchia Immacolata, la Parrocchia San Nicola di Bari e l’Associazione Solidaria, in favore della creazione di sistemi di welfare locale in grado di contrastare lo sfruttamento delle donne braccianti.
Il Patto si fonda sull’idea che, intervenendo su fattori sociali ed economici attraverso il rafforzamento della rete di protezione sociale tra donne e comunità circostante, si possano contrastare povertà e sfruttamento delle braccianti impiegate in agricoltura. L’accordo è stato proposto al Comune di Adelfia da 15 donne partecipanti all’AgriLab, un percorso implementato da ActionAid nel quadro del progetto Cambia Terra e pensato con l’obiettivo di far emergere, in una serie di incontri, i bisogni e le necessità delle donne impiegate in agricoltura per elaborare e attuare delle azioni finalizzate al miglioramento della propria condizione. I risultati dell’AgriLab sono stati inclusi nel report “Donne, Madri, Braccianti”, realizzato anch’esso nel quadro delle attività di Cambia Terra e che restituisce una fotografia multidimensionale della situazione lavorativa, sociale ed economica delle donne braccianti della provincia barese. Le braccianti video-intervistate per il rapporto di ActionAid, vivono e lavorano nel sud-est barese, un territorio ad agricoltura intensiva specializzata, maggiormente evoluta rispetto alle altre province della Puglia. Tuttavia, secondo quanto emerge dal rapporto, a tale avanzamento produttivo non corrispondono sistemi di welfare adeguati per il miglioramento delle condizioni di vita delle lavoratrici in agricoltura: i servizi sociali di supporto al lavoro di cura, le opportunità di inserimento o ricollocamento lavorativo nei mesi invernali, l’assistenza medica preventiva per le tecnopatie, sono argomenti a risposta ancora aperta. Il Patto prevede, dunque, la realizzazione di una serie di azioni congiunte tra i firmatari, che andranno a costituire una prima risposta sperimentale e locale ai bisogni emersi. Si partirà nel mese di agosto con la realizzazione del campo estivo co-gestito “Raccontami un’altra storia”, per i figli delle braccianti dell'AgriLab. Il campo sarà un'esperienza di gioco e di riflessione, durante la quale la rete di associazioni si attiverà per costruire un “altro” racconto del mondo rurale, attraverso le testimonianze del patto intergenerazionale anziani-bambini dell'Auser, dell’impegno di Libera e dell'associazionismo cattolico. Solidaria porterà, inoltre, l'esperienza di Sfrutta zero, la salsa etica prodotta da migranti e precari. Fino a novembre prossimo, sono previste attività di mappatura dei terreni pubblici in stato di abbandono per la realizzazione di un giardino condiviso e azioni di supporto alle madri braccianti, compresa la sperimentazione dell'estensione degli orari di apertura del nido. “Crediamo che la comunità abbia una funzione inclusiva che può e deve esprimere nei confronti di coloro che vivono in condizioni di forte esclusione sociale e fragilità lavorativa - ha dichiarato Grazia Moschetti, Referente Territoriale di ActionAid a Bari - E' un processo culturale lungo e complesso che ActionAid sta sperimentando nel sud-est barese con il progetto Cambia Terra, supportando l’iniziativa collettiva delle donne, cittadine prima che braccianti. Con il percorso per la stesura de “La buona terra”, braccianti, associazioni e cittadini del Comune di Adelfia stanno lavorando a un patto fiduciario che ambisce a ricucire quei legami di comunità che possono trasformare le condizioni di vita delle donne. Portare il lavoro di cura da una dimensione privata femminile a un’azione collettiva di corresponsabilità, è per noi un primo passo verso un cambiamento possibile. In questi tempi complessi - conclude - il ruolo delle associazioni come quelle impegnate insieme a noi in questo progetto, è quello di costruire ponti fra le persone, comunità e istituzioni con l’obiettivo di elaborare modelli locali replicabili, capaci di ispirare le politiche nella direzione del pieno riconoscimento dei diritti”.