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Giovedì, 21 Settembre 2023
Economia

Vola l'export dei prodotti agroalimentari 'made in Puglia': vendite aumentate del 41% in un anno

Coldiretti analizza i dati Istat relativi al primo trimestre 2023: rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il commercio con l'estero registra il trionfo degli agricoltori pugliesi: la richiesta di olio sale del 35%, quella per la pasta del 22%

Con un aumento del 41% è record delle vendite all’estero dei prodotti agricoli 'made in Puglia', trainato dai prodotti simbolo della dieta mediterranea come vino, pasta, olio e ortofrutta sul podio dei prodotti pugliesi più venduti all’estero. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia sui dati Istat sul commercio estero relativi al primo trimestre 2023 dei prodotti agricoli rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con le performance straordinarie dell’agroalimentare come pasta, olio extravergine di oliva e frutta e ortaggi lavorati e conservati.

All’estero le vendite del 'made in Italy' sono sostenute soprattutto dai prodotti base della dieta mediterranea come l’olio che svetta sul podio con un aumento del 35%, la pasta che fa un balzo del 22%, fino alla frutta e verdura trasformata e conservata del 34%, anche se resta da colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti dalla carne ai cereali fino alle colture proteiche necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti.

Coldiretti Puglia ricorda come "l’ulivo in Puglia sia presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 oli extravergine Dop e un Igp 'Olio di Puglia', con l’olivicoltura pugliese che è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria ed un valore di un miliardo di euro di Plv (Produzione Lorda Vendibile) di olio extravergine di oliva". 

"Entusiasmanti anche i risultati del vino pugliese che testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l’obiettivo – afferma Coldiretti Puglia - di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali con i marchi di qualità che sono riusciti a penetrare il mercato estero facendo un salto in avanti tangibile in pochi anni. Con un totale di 38 vini Dop e Igp la Puglia si posiziona al quinto posto della classifica nazionale dei prodotti certificati, con il comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 7,3% e quello vitivinicolo per il 92,7%".

"L’andamento sui mercati internazionali potrebbe però ulteriormente migliorare - sottolinea la Coldiretti - con una più efficace tutela nei confronti della 'agropirateria' internazionale il cui valore è salito a 120 miliardi, anche sulla spinta della guerra che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. A pesare sul Made in Italy a tavola nel mondo ci sono anche il probabile arrivo delle prime richieste di autorizzazione alla messa in commercio di carne, pesce e latte sintetici alla minaccia delle etichette allarmistiche sul vino fino al semaforo ingannevole del Nutriscore che boccia le eccellenze tricolori. Si tratta di un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia, senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine".

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