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Economia

L'ansia di sindacati e lavoratori per il futuro della Popolare di Bari: dicembre decisivo per salvare la banca?

Le prossime settimane potrebbero riservare decisioni importanti per trovare una soluzione alle difficoltà. i rappresentanti sindacali: "Dalla banca, ad oggi, nessun progetto sostenibile di rilancio"

Amarezza e ansia per un futuro, al momento, nebuloso. L'aria che tira tra i lavoratori della Banca Popolare di Bari, alla vigilia di giornate decisive per il futuro del più importante istituto di credito del Mezzogiorno, la si può sintetizzare con le parole "preoccupazione", "incertezza" e "precarietà". Vocaboli utilizzati con attenzione e lucidità dai sindacati Fisac Cgil e First Cisl che assieme a Uilca Uil, Fabi e Unisin hanno il polso di migliaia di addetti di una banca dal 1960 punto fermo dell'economia e del risparmio di una realtà come Bari, della Puglia e del Sud.

Nei prossimi giorni, importanti riunioni potrebbero riservare decisioni fondamentali: tra queste ci sarebbe l'ipotesi di un piano di salvataggio pubblico-privato, per una somma che potrebbe anche aggirarsi attorno a un 1 miliardo di euro, tenendo conto del dato relativo sulle perdite registrate nel 2018, le quali ammontavano a circa 420 milioni di euro, e dell'ulteriore dato negativo del primo semestre 2019, con un rosso da 73 milioni di euro. Il tutto, in attesa di un piano di rilancio che tarda ad arrivare, dopo innumerevoli rinvii.

Banche, torna la paura: la corsa per salvare la Popolare di Bari

La "preoccupazione" tra i risparmiatori della Banca Popolare di Bari

A condividere la preoccupazione per le sorti dell'istituto di credito vi sono ben 69mila azionisti: tra loro non solo risparmiatori a otto e nove cifre ma anche chi semplicemente ha investito 5 o 10mila euro con grandi sacrifici. A ciò si aggiunge la sospensione temporanea delle negoziazioni di obbligazioni e azioni BpB da parte del mercato Hi-Mtf "in relazione  spiega la banca in una nota  alle recenti notizie di stampa e in attesa di nuovi sviluppi".

L'altra faccia dell'incertezza, è rappresentata dai circa 2700 dipendenti della Banca che, in questi giorni, si stanno riunendo in assemblea per capire l'evolversi della situazione: "A novembre - spiega a BariToday Lia Lopez, segretario Fisac Cgil Puglia - assieme alle altre sigle sindacali coinvolte, abbiamo deciso per la rottura delle relazioni industriali. Dagli incontri con la dirigenza della banca non era venuto fuori alcun progetto di rilancio sostenibile e le variazioni che si pensava sarebbero state intraprese, sono scomparse nel nulla. Al momento, in base a quanto apprendiamo dalla stampa, non c'è, ad oggi, un piano industriale complessivo. Prima di parlare di questo, però, è essenziale che la banca venga patrimonializzata".

Le assemblee degli ultimi giorni sono state utili per ascoltare le istanze e le preoccupazioni dei lavoratori: "Negli ultimi anni, - aggiunge Lopez - hanno dovuto rispondere alla clientela che si presentava per chiedere informazioni. Si sono spesi con professionalità per l'azienda". Una situazione per la quale "al momento non si vede la luce" rimarca Pasquale Berloco, segretario First Cisl Puglia, secondo cui "si attende da due mesi il piano industriale della banca" per cercare di superare "il nodo del deficit".

I sindacati: "Negoziati su eventuali ricadute per i lavoratori BpB"

Il 18 ci sarà la riunione del Cda, attesa per vedere se sarà presentato il piano, anche alla luce di ciò che domani (5 dicembre) il Fitd (Fondo interbancario di Tutela dei Depositi) valuterà esaminando il caso della BpB: "Il 18 - sottolinea ancora Lia Lopez - non è una data definitiva ma ci auguriamo che possa avvenire un chiarimento il prima possibile, anche perchè, successivamente, verrà aperto un negoziato per regolamentare le eventuali ricadute sui lavoratori", le cui proporzioni, al momento, non hanno contorni né certezze. 

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