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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Dalla Regione fondi per le nuove attività: aiuti anche alle imprese confiscate alla mafia

E' la novità contenuta nella seconda edizione del bando 'Nidi' che stanzia 54 milioni per sostenere l'imprenditoria. Emiliano: "Incentiviamo la cultura d'impresa e l'antimafia sociale"

54 milioni di euro per sostenere le nuove attività imprenditoriali pugliesi (con un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile) e, per la prima volta, anche aziende confiscate alla mafia e affidate ai dipendenti e alle cooperative assegnatarie di immobili confiscati.. E' questa la principale novità contenuta nel bando 'Nidi', presentato oggi dalla Regione Puglia.

"Sostegno a cultura d'impresa e antimafia sociale"

"Questo adattamento della misura NIDI è uno di quei sogni di cui parlavo con Stefano (Fumarulo, dirigente regionale scomparso prematuramente pochi mesi fa, ndr) – ha detto questa mattina in conferenza stampa il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – utilizzare cioè i fondi e i programmi di investimento ordinari anche per i beni confiscati. Solo sognando si possono fare dei passi in avanti e noi li abbiamo fatti. Tutti insieme abbiamo realizzato una visione che ora può sembra banale ma che non è mai avvenuta prima". "Siamo la prima regione italiana che investe e incentiva la cultura d’impresa che si sviluppa insieme alla cultura dell’antimafia sociale. Per noi l’economia diventa uno strumento di lotta alla mafia e alla corruzione attraverso l’incoraggiamento, soprattutto ai giovani ma non solo, a utilizzare questi beni confiscati, che spesso giacciono inutilizzati nelle agenzie che dovrebbero gestirli, con l’aiuto anche dei fondi della Regione Puglia. È un gesto importantissimo – ha concluso Emiliano -  del quale voglio ringraziare tutti coloro che si sono prodigati in questo senso e voglio anche dedicare questa conferenza stampa a Stefano che, ripeto, è stata la persona con la quale per prima abbiamo elaborato questo sogno che oggi si è realizzato".

"Abbiamo scelto di integrare il bando con le proposte di Stefano - ha dichiarato l'assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Michele Mazzarano - e lo abbiamo fatto con investimenti importanti che testimoniano la volontà di raggiungere l'obiettivo di facilitare il più possibile il recupero di luoghi frutto di attività criminali e di restituirli ai legittimi proprietari, e cioè i pugliesi. Per questo un'altra peculiarità del nuovo bando è che rispetto alla regola generale che prevede si debba trattare di imprese nuove, sulla integrazione è previsto che possano presentare domanda anche aziende esistenti da più di sei mesi".

Le novità del bando 'Nidi' 2018

A gestire le richieste, in qualità di organismo intermedio, è la società in house della Regione, Puglia Sviluppo Spa. "Gli interessati ad accedere alle agevolazioni recuperando beni confiscati - ha spiegato a margine la presidente Grazia D'Alonzo - avranno a loro disposizione una procedura ad hoc, differente da quella generale perché studiata espressamente per le specifiche esigenze espresse da queste candidature.  La nuova procedura sarà attivata da Puglia Sviluppo dopo l'accesso online attraverso il portale sistema.puglia.it. Oltre a questo, Puglia Sviluppo rafforzerà il supporto operativo per consentire agli interessati di presentare un progetto che possa avere un riscontro positivo”.

Numerose le integrazioni nel nuovo bando Nidi, con delle peculiarità che cercano di rendere effettivo l'obiettivo, e cioè di sostenere ed agevolare le imprese che vogliono far rivivere i luoghi confiscati alle mafie. Per esempio per questo genere di investimento che in via ordinaria è di 150mila euro, nei casi di beni confiscati, il tetto massimo di investimento per le cooperative sociali assegnatarie di beni immobili confiscate o aziende o società che gestiscono aziende confiscate viene alzato alla soglia di 250mila. Infine vengono ammessi dei settori in più, commercio al dettaglio ed all'ingrosso e ristorazione senza cucina. L'ultima particolarità riguarda il fatto che possono essere agevolati anche l'acquisizione di beni usati, mentre per le altre solo nuovi. Aumentano infine i tetti sulle agevolazioni delle singole voci di spesa.
 

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