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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Tra Black Friday, 'saldi perenni' e shopping online, il grido d'allarme dei commercianti baresi: "Vendite ferme e negozi in crisi"

Alla vigilia degli attesi sconti del 'venerdì nero', i dati di un sondaggio realizzato da Confesercenti Terra di Bari tra i negozianti del settore moda: vendite ferme da settembre, pesa la concorrenza di grandi catene e e-commerce

La concorrenza delle grandi catene commerciali e dell'online, con il continuo susseguirsi di offerte e promozioni, pronte a culminare nella giornata del 'Black Friday': sono tra i fattori che più pesantemente incidono sulla crisi dei negozi, che dall'inizio del 2019 in Italia "hanno perso circa 300 milioni di vendite".

L'analisi di Confesercenti Terra di Bari

Ad analizzare la situazione del commercio, con un focus su quello locale, è, alla vigilia dell'atteso Black Friday, Confesercenti Terra di Bari, che fa riferimento ad un sondaggio realizzato tra i negozianti del settore moda del capoluogo e della sua provincia. "Le vendite - sottolinea l'associazione di categoria - risultano infatti ferme già da settembre, con un novembre particolarmente in stallo proprio per effetto dell’attesa del venerdì nero dell’economia. "I singoli negozi locali - prosegue l'analisi di Confesercenti - soffrono la presenza delle grandi catene commerciali, che la gente preferisce visitare, nemmeno incentivata dalle amministrazioni al passeggio in città a causa della difficoltà di accedere nei centri abitati e di trovare rapidamente un parcheggio. Gli esercenti pagano inoltre l’assenza di eventi che non siano prettamente stagionali, di strategie e di valide sinergie per lo sviluppo commerciale. Quello della moda, più di altri, è un settore che sta patendo i danni provocati dalle vendite online: alcuni negozianti hanno infatti iniziato a proporre la propria merce direttamente sul web con siti e-commerce, mentre diversi clienti visitano i negozi unicamente per valutare i prodotti in maniera propedeutica al loro acquisto su internet". "Come se non bastasse - ricorda l'associazione - a mettere i bastoni tra le ruote ai commercianti ci pensano da qualche anno a questa parte anche il clima e le sue variazioni. A causa del protrarsi del bel tempo, ad oggi nessuno ha ancora sentito l’esigenza di acquistare vestiti tipicamente invernali, che finiranno dunque per essere venduti direttamente nella stagione dei saldi".

Le possibili soluzioni

Quali potrebbero essere le soluzioni a queste problematiche? E' la stessa Confesercenti Terra di Bari a suggerire alcune proposte. "Se la moda del Black Friday, nonostante si tratti di un’arma a doppio taglio per la brevità della sua durata e per la difficile pubblicizzazione ad ampio raggio delle singole iniziative dei negozi, è difficilmente accantonabile, per andare incontro ai commercianti sarebbe invece più che utile posticipare la data di partenza della stagione dei saldi. Si alimenterebbero, in questo modo, anche le vendite natalizie, monitorando con attenzione eventuali sotterfugi come l’anticipo del saldo stesso sotto altre forme". "Lo scorso 7 novembre – spiega Raffaella Altamura, presidente di Confesercenti Terra di Bari – la Confesercenti nazionale ha commentato con scrupolosità gli ultimi dati diffusi da Istat. Mentre la ripresa mensile del commercio registrata a settembre è rimasta sotto il punto percentuale, attorno allo 0,7%, il commercio elettronico è salito nello stesso periodo del 26,3%, dato più alto degli ultimi due anni". "La già citata crisi dei negozi – prosegue Altamura – è evidenziata da un dato negativo in confronto a questa tendenza, con una variazione del -0,4% rispetto al settembre 2018 e la prospettiva di una fine del 2019 altrettanto, se non più amara. Il risultato è quello di un anno solare che per tali attività si avvia a chiudersi in rosso, segnando il quarto anno consecutivo di crisi. Tutto questo è figlio di difficoltà strutturali per le quali il Governo è tenuto a trovare un antidoto". "I negozi di vicinato – conclude il presidente di Confesercenti Terra di Bari – necessitano di politiche attive, che ne tengano in considerazione il ruolo commerciale ma anche sociale. È compito delle istituzioni modernizzare la distribuzione del Paese e contrastare energicamente la concorrenza sleale del web, partendo da un livellamento delle disparità fiscali attualmente esistenti tra chi opera online e chi invece su strada. I negozi non hanno bisogno e non meritano ulteriori sanzioni o spese obbligate, dal Pos alla Lotteria degli scontrini, aggravi che rischiano di far precipitare la situazione, già complicatissima, del commercio urbano".

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