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Economia

Bridgestone, no dei lavoratori: "Sulle riduzioni di stipendio nessun accordo"

I dipendenti chiamati ad esprimersi con un referendum sulle condizioni poste dall'azienda, relative alla cancellazione di alcune voci della retribuzione, come scatti di anzianità maturati e maggiorazioni di turno. La proposta respinta con 343 no contro 235 sì. Ma si torna a temere la chiusura dello stabilimento

343 no, 235 sì: i lavoratori della Bridgestone di Modugno bocciano il piano aziendale sui 'tagli' relativi alla retribuzione. Dopo le assemblee infuocate e le tensioni delle ultime ore, con gli operai divisi sul percorso da intraprendere - accettare la proposta o arrivare allo scontro -  arriva il verdetto del referendum indetto tra i 748 dipendenti dello stabilimento. Vincono i no per circa un centinaio di voti, mentre in 166  hanno scelto di non votare affatto e quattro sono state le schede bianche.

I lavoratori, dunque, hanno respinto le condizioni poste dall'azienda relativamente alla rinuncia a 'elementi retributivi individuali' come scatti di anzianità maturati, maggiorazioni di turno, indennità per perdita di cottimo, superminimo. Voci che riguardano diritti acquisiti individualmente da ciascun lavoratore, e ai quali ogni dipendente avrebbe dovuto espressamente rinunciare. Tali tagli, attraverso i quali Bridgestone  avrebbe 'recuperato' circa 683mila euro all'anno, erano parte di quelli previsti dall'applicazione della 'fase due' dell'accordo raggiunto nel settembre 2013, insieme ad altri 185 nuovi esuberi, che vanno ad aggiungersi alle riduzioni già operate.

Ma con il 'no' espresso oggi dai lavoratori l'applicazione di quell'accordo sembra di fatto impossibile. Appreso l'esito del referendum, l'azienda ha convocato nel pomeriggio un incontro con le Rsu. Si tratterà di capire se Bridgestone sia disposta o meno a rinunciare all'intervento sulla contrattazione individuale, recuperando quei costi da tagliare in altro modo. Per l'inizio di settembre è previsto un nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo economico. Ma intanto non si potrà non tenere conto del risultato odierno. Tra i lavoratori, molti non nascondono i timori: saltato l'accordo del settembre 2013, l'azienda potrebbe tornare all'ipotesi all'iniziale. Ovvero quella della chiusura.

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