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Economia

Stipendi in ritardo e negozio a rischio chiusura, lavoratori di Centro Convenienza in protesta: futuro incerto per 15 dipendenti

Il sit-in indetto da Uiltucs Uil per protestare contro un "atteggiamento aziendale intollerabile": il gruppo avrebbe annunciato la chiusura del punto vendita barese, oltre a non aver ancora corrisposto le ultime tre mensilità

Lavoratori del punto vendita barese di Centro Convenienza in protesta. Per la giornata di giovedì 10 ottobre la Uiltucs Uil ha indetto un sit-in davanti al negozio di Santa Caterina. Alla base della mobilitazione, il mancato pagamento degli stipendi degli ultimi tre mesi a cui si sarebbe aggiunta in questi giorni - riferisce il sindacato - la notizia di una prossima chiusura del punto vendita.

Il video della protesta

"L’azienda - spiega la UilTucs Uil in una nota - da diversi mesi ritarda il pagamento degli stipendi, ad oggi i lavoratori devono ancora ricevere le mensilità di luglio, agosto e settembre.  Inoltre rifiuta il confronto, alle richieste di incontro sindacale e persino in sede istituzionale presso l’ufficio vertenze collettive della regione puglia, hanno sempre opposto pretestuose e strumentali obiezioni, denotando una scarsa affezione con le basilari regole delle relazioni industriali". "Dopo la proclamazione dello stato di agitazione e del presidio di domani, - spiega ancora il sindacato - l’azienda ha comunicato con una nota generica e vaga l’intenzione di chiudere il negozio perché improduttivo (in realtà il negozio di Bari ha sempre performato), senza fornire alcuna data di chiusura!".

"L’atteggiamento aziendale è intollerabile - prosegue la Uiltucs - non si può giocare con il futuro dei 15 lavoratori coinvolti e delle loro famiglie, né tantomeno speculare sulle loro retribuzioni. Porteremo avanti la protesta per salvaguardare i posti di lavoro e garantire i diritti di questi lavoratori, se necessario coinvolgendo anche le istituzioni perché ostacolino sul queste dinamiche proprie di avventurieri più che di veri imprenditori, in un territorio come il nostro già provato da simili esperienze come nella vertenza Mercatoneuno". 

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