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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Bridgestone, Emiliano: "Chiusura a tradimento". L'azienda: "Sbagliato esasperare i toni"

Nell'incontro in Comune il primo cittadino parla di una chiusura pianificata all'insaputa dei lavoratori. La replica dell'azienda: "Il sindaco prosegue sulla strada dell'imprudenza"

Dopo l'incontro tenutosi questa mattina in Comune tra gli operai e il sindaco Michele Emiliano, arriva l'invito della Bridgestone a  "non esasperare i toni" in vista dell'incontro del prossimo 14 marzo al Ministero dello Sviluppo economico a Roma.

EMILIANO: "CHIUSURA A TRADIMENTO" - Nella riunione a Palazzo di Città i lavoratori hanno ribadito la loro volontà di lottare per impedire la chiusura dello stabilimento, mentre il sindaco, come già nei giorni scorsi, ha avuto parole dure contro l'improvvisa decisione dell'azienda, che rischia di innescare gravi effetti negativi a catena sull'economia locale. "E' evidente - ha detto Emiliano dopo aver raccolto le voici e i racconti degli operai - che qualcuno aveva preparato, per quello che abbiamo capito qui, nei minimi dettagli e a tradimento, l'operazione di chiusura. Erano state date indicazioni ai dirigenti locali di andare con la tecnica di 'Pearl Harbor', cioé senza nessun avviso, in modo da lasciare pochissima capacità di reazione". "Mi dicono gli operai che in fabbrica, dopo la teleconferenza - aggiunge - si sono accorti che erano presenti i carabinieri. Evidentemente qualcuno li aveva chiamati perché temevano incidenti, quindi tutto era stato preparato nei minimi dettagli". "Io - prosegue Emiliano - mi auguro che la direzione giapponese della Bridegstone non sapesse nulla di questo attacco a tradimento che probabilmente è stato concertato assolutamente dalla direzione europea. Questa è gente che meriterebbe veramente di essere cacciata via". "Se qualche manager, peraltro di nazionalità italiana (il presidente della Bridgestone Europa è Franco Annunziato, ndr), ha organizzato un'operazione del genere a tradimento, avrà a che fare con noi: con la città di Bari, con la Puglia, con l'Italia". "Perché - ha concluso - non è questo il modo di trattare una materia così importante in un momento così delicato per il Paese".

L'AZIENDA: "SBAGLIATO ESASPERARE I TONI" - Le parole del primo cittadino non sono però piaciute all'azienda che in una nota ha replicato alle dichiarazioni di Emiliano. "Il sindaco di Bari, dopo le dichiarazioni che istigavano all'occupazione della fabbrica, prosegue sulla strada dell'imprudenza, additando i dirigenti di Bridgestone quali artefici di operazioni a tradimento". L'azienda ha quindi ribadito che "la delibera di procedere alla chiusura dello stabilimento è stata presa a livello di corporation (Tokyo) ed europeo (Bruxelles) e che, allo stesso livello, è stata concordata la sua attuazione". "Tentare di leggere tutto questo personalizzandolo, sia a livello locale che europeo - insiste la società - significa fornire una visione ingiusta e distorta della realtà. Un conto é opporsi legittimamente ad una decisione di business, un conto é esasperare i toni. Dichiarazioni come questa non sono nell'interesse prima di tutto dei lavoratori dell'azienda e non aiutano certo a creare un clima costruttivo in vista dell'incontro del 14 marzo, al quale l'azienda si appresta a partecipare con spirito di collaborazione".

LA REPLICA DEL SINDACO - A stretto giro il primo cittadino ha voluto però rispondere alle dichiarazioni dell'azienda, diffondendo una nota nel pomeriggio. “Mi fa piacere apprendere dal comunicato della Bridgestone che essi conoscono il significato della parola “prudenza”: fino ad oggi, a causa delle modalità con le quali la chiusura dello stabilimento è stata comunicata dall’azienda, ho dovuto gestire l’angoscia e la rabbia di centinaia di famiglie che sono state liquidate con una videoconferenza di 4 minuti. C’erano modi istituzionali per comunicare una decisione così drammatica e questi modi non sono stati rispettati. Si è mancato di rispetto agli operai e alla città di Bari. Considero dunque il comunicato della Bridgestone come un’ammissione di responsabilità per aver mancato alle regole minime della deontologia verso le istituzioni della città e della regione e, prima ancora, dei lavoratori. Prendo atto che l’azienda ha intenzione di partecipare al tavolo del 14 marzo con spirito costruttivo. In quella sede destinata alla ben più importante finalità di salvare la fabbrica e le oltre mille famiglie collegate ad essa, se l’azienda ne avrà ancora interesse, avremo modo di chiarire di persona le incomprensibili lagnanze concernenti i dirigenti della fabbrica. Inutile dire che se la Bridgestone con il suo comunicato intendeva invece intimidirmi ed impedirmi di essere la voce dei miei concittadini ha sbagliato indirizzo. Sono addestrato per resistere ad ogni tipo di intimidazione”.

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