A Bari il convegno Confcommercio sul Pnrr: "Pil 2022 del Sud più della media italiana. Fondi europei occasione unica"
All'appuntamento hanno preso parte, tra gli altri, il presidente dell'associazione di categoria, Carlo Sangalli, la ministra per la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, il governatore della Puglia, Michele Emiliano, e il sindaco di Bari, Antonio Decaro
Il Pil del Sud, nel 2022, crescerà oltre la media italiana e, per trainare ulteriormente la crescita, servirà spendere i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) in arrivo in questi mesi: è l'analisi illustrata questa mattina a Bari nel corso del convegno 'Il Pnrr e il Mezzogiorno che verrà', organizzato da Confcommercio. All'appuntamento hanno preso parte, tra gli altri, il presidente dell'associazione di categoria, Carlo Sangalli, la ministra per la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, il governatore della Puglia, Michele Emiliano, e il sindaco di Bari, Antonio Decaro. Lo riporta l'Adn Kronos.
La crescita 2022 del Sud è prevista per il 2,8% rispetto al 2,5% nazionale, secondo l'Ufficio Studi di Confcommercio. Si tratta di una crescita eguale all'area del Nord est e che supera quella delle altre aree. "Per l'anno in corso prevediamo un moderato scarto positivo nella crescita del Pil meridionale rispetto al resto del Paese, ma non è certo con una manciata di decimali, per di più confinata a un singolo anno, che i divari tenderanno a chiudersi"osserva tuttavia nello studio. "Il Sud potrà recuperare un bel pezzo del terreno perso grazie al Pnrr e il Pnrr potrà restituire all'Italia smalto economico e sociale attraverso la crescita del prodotto potenziale, se e solo se il Sud tornerà a funzionare a pieni giri. Le due cose sono inscindibili".
Quanto alla crescita del Pil nel periodo 1996-2019 delle macro-ripartizioni Nord e Sud, lo scarto è di quasi 17 punti percentuali. Uno scarto dovuto sostanzialmente a tre fattori: "produttività del lavoro (che varia di quasi il 10% al Nord contro il 6,2% nel Mezzogiorno), il tasso di occupazione (+0,3% al Nord e -0,8% al Sud) e, infine, la stessa popolazione" si spiega nell'analisi. E la maggior parte dell'accumulato ritardo del nostro Sud è proprio la questione demografica: il Nord cresce del 9,3% come abitanti, quelli del Sud scendono del 2%". "E' dunque evidente che gli aspetti più problematici - viene sintetizzato - riguardano il tasso di occupazione e, quantitativamente, la questione demografica: o si aggiustano questi trend demografici o qualsiasi intervento risulterà inefficace".
"Il Pnrr è una opportunità irripetibile per il Sud - ha detto Sangalli -che continua a essere penalizzato da deficit storici inaccettabili: carenza di infrastrutture, scarsa produttività, pochi interventi pubblici. E necessario investire i fondi europei nel rispetto delle tempistiche e anche nelle strategie condivise, soprattutto nel comparto turistico, perchè, se cresce il Sud cresce, il Paese".