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Convegno Mibact, Ance Bari e Bat e Si&a: più rigore nella valutazione della sicurezza strutturale dei beni monumentali e maggiore dialogo con le Sovrintendenze per il rispetto dei vincoli

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Bari, 27 maggio 2016 - Una più rigorosa attività di valutazione della sicurezza strutturale da compiersi prima di avviare progetti di rigenerazione su beni culturali e un maggiore dialogo con le Sovrintendenze per contemperare le prescrizioni derivanti dai vincoli sui beni monumentali con gli interventi realisticamente attuabili sul campo. Inoltre, una più fattiva collaborazione con le Soprintendenze nei progetti di rigenerazione, nei quali le imprese di costruzioni possano fare da trait d'union tra il proprietario del bene sottoposto a vincolo e gli stessi organi del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. La tutela, la valorizzazione e la rigenerazione del patrimonio monumentale sono oggi azioni strategiche per il patrimonio monumentale perché consentono di accrescere l'attrattività turistica di un territorio e il valore economico dei beni di proprietà privata.

Sono questi i principali temi affrontati nel terzo convegno nazionale 'Ingegneria e Architettura per la rigenerazione e la tutela dei beni culturali' tenutosi oggi a Bari in Fiera del Levante, promosso dalla Scuola Ingegneria & Architettura (SI&A) di Bari, prodotto da ANCE Bari e BAT e organizzato con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in collaborazione con Confindustria Bari e BAT. I lavori, coordinati dal dirigente del Segretariato MiBACT per la Puglia Eugenia Vantaggiato e dal vicepresidente della SI&A Roberto Lorusso, sono stati aperti, tra gli altri, dal presidente della SI&A e docente del Politecnico di Bari Amedeo Vitone, dal presidente di Confindustria Bari e BAT Domenico De Bartolomeo e dal prefetto MiBACT Fabio Carapezza Guttuso. Le relazioni tecniche sono state affidate a Carlo Blasi, membro del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Beppe Fragasso, presidente di ANCE Bari e Bat, Francesco Bonaduce e Fabrizio Palmisano, docenti della SI&A e a Paolo Iannelli del Segretariato Generale MiBACT. Al dibattito finale, sulla valutazione della sicurezza strutturale e sugli aspetti normativi, ha partecipato anche l'assessore alla Pianificazione territoriale della Regione Puglia Anna Maria Curcuruto.

La vulnerabilità strutturale dei beni culturali, non solo sismica, è sotto i riflettori e, anche per questo, sono ingenti le risorse finanziarie messe a disposizione da POR Puglia, PON e Fondo Sviluppo e Coesione per il periodo 2014-2020 per la loro tutela e rigenerazione. Il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale rende i territori più attrattivi in termini turistici e la Puglia deve cogliere questa opportunità, anche alla luce dei tassi di crescita dei visitatori dei musei che, nel 2015, in molte regioni è stato superiore al +5% registrato in Puglia: dalla Basilicata (+13%) al Piemonte (+10%), dall'Emilia Romagna (+9%) alla Campania (+7%) (fonte MiBACT).

«Il territorio pugliese - ha commentato il presidente di ANCE Bari e BAT Beppe Fragasso - è ricchissimo di beni storici e archeologici che, al contrario di quanto avviene nel centro-nord Italia o all'estero, non è valorizzato adeguatamente. Per favorire la rigenerazione di beni monumentali vincolati, sia pubblici che privati, auspichiamo un dialogo sempre più stretto e collaborativo con le Soprintendenze per contemperare le rigorose modalità di intervento richieste con quelle realisticamente attuabili sul campo. La valorizzazione dei beni culturali deve avvenire nel rispetto dei vincoli di tipo statico, da intendersi non come un fardello cui sottostare ma come una risorsa da accettare e studiare; l'obiettivo è rigenerare e rendere fruibili in chiave turistica sempre più beni monumentali pubblici e consentire il recupero strutturale e la messa a reddito di bellissimi palazzi privati, spesso abbandonati e in condizioni fatiscenti, solo perché ritenuto troppo complicato il percorso di restauro. Per fare ciò è necessario avvalersi di imprese altamente specializzate nel delicato "prodotto restauro". Non a caso il legislatore nella recentissima legge sui lavori pubblici ha finalmente negato la possibilità dell'avvalimento per le categorie del 'Restauro Monumentale e Artistico'».

Rigenerare gli spazi, metterli in sicurezza e renderli efficienti da un punto di vista funzionale ed energetico richiede competenze integrate di ingegneria e architettura per affrontare le criticità della vulnerabilità strutturale dei beni culturali e la loro rigenerazione, in un contesto normativo spesso complesso e controverso.

«Il tema del convegno - ha spiegato Amedeo Vitone, presidente della SI&A - rientra in quello più generale della rigenerazione dei beni culturali. Rigenerare è valorizzare gli spazi, metterli in sicurezza, adeguarli alle esigenze di efficienza funzionale ed energetica, razionalizzarne l'uso, la gestione e la manutenzione anche con l'ausilio di tecnologie avanzate. E' attrarre il pubblico perché si diffonda l'interesse a trascorrere momenti della vita contemporanea in luoghi nei quali è conservata e tutelata la memoria dei valori della cultura. Per 'rigenerare' è dunque necessario integrare architettura e ingegneria, pianificare gli investimenti, dedicare risorse, adeguare la normativa in tutte le sue articolazioni, armonizzare i vincoli. La partecipazione al convegno di centinaia di ingegneri e architetti incoraggia la Scuola Ingegneria & Architettura a perseguire questo suo obiettivo strategico. Fra le tante istanze, è emersa quella di dedicare sistematicamente a una preventiva valutazione della sicurezza strutturale una parte degli investimenti destinati ai beni culturali».

«Siamo soddisfatti dei riscontri offerti da questo terzo convegno nazionale della Scuola - ha confermato Roberto Lorusso, vicepresidente della SI&A - come testimonia l'elevato numero di presenze registrate e la ricchezza degli spunti emersi dal dibattito. Ne è derivato un leale ed interessante confronto tra le parti chiamate in causa e questo è un aspetto che ci soddisfa particolarmente, in quanto i beni culturali rappresentano un patrimonio storico che ciascuno ha il dovere di salvaguardare e preservare a favore delle nuove generazioni. La convinta partecipazione all'evento di tanti tecnici ci sprona a programmare per i prossimi mesi un apposito corso integrato di formazione, in sintonia e con il contributo ideale di 'know how' offerto dal Mibact, sul tema della valutazione della vulnerabilità strutturale preordinata alla tutela dei beni culturali, spingendoci fino alla definizione degli interventi compatibili».

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