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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

'Caro bollette', costi quadruplicati per i negozi Jèrôme a Bari: "Se continua così, a dicembre chiudiamo in lockdown energetico"

Mino Dalonzo, titolare di 5 punti vendita nel capoluogo pugliese, lancia l'allarme: "Ricavi ormai prossimi allo zero. Se lo Stato non interviene a calmierare i prezzi delle fatture energetiche, sarò costretto a chiudere i punti vendita e mettere in cassa integrazione i miei 80 dipendenti"

"Le bollette della luce per i miei 6 punti vendita, 5 a Bari ed uno a Taranto, sono passate da 15mila euro totali a 62mila. I costi energetici sono quadruplicati, l'impegno economico è divenuto insostenibile. Mi sono dato un tempo limite fino al 30 novembre: se non cambia la situazione, il primo dicembre chiuderò gli esercizi commerciali in 'lockdown energetico' e sarò costretto a mettere 80 dipendenti in cassa integrazione". È questa la denuncia di Mino Dalonzo, titolare delle pasticcerie Jèrôme, nel centro del capoluogo pugliese.

L'aumento vertiginoso dei costi energetici sta piegando le attività dei commercianti della città, anche i marchi consolidati vivono la crisi con profonda difficoltà: "Ho pagato tutte le bollette, ma sto lavorando in perdita ormai da mesi. I costi hanno assottigliato i ricavi. Se non riesce la mia azienda, con una robusta struttura industriale, a far fronte all'aumento dei costi energetici, come potranno riuscirci le piccole realtà commerciali?"

Il titolare delle pasticcerie baresi snocciola la drammatica progressione di cifre cui a dovuto far fronte in questi ultimi mesi: "Nelle bollette energetiche di luglio era già presente un aumento del 250% rispetto ai mesi precedenti, ad agosto ho ricevuto fatture con una crescita dei costi del 450%, la stessa cosa si è ripetuta il mese successivo. In un breve periodo mi sono trovato a dover sborsare 50mila euro in più, ogni mese, per l'utilizzo della luce elettrica".

La crisi potrebbe sfociare presto in clamorose decisioni: "Aspetterò l'evolversi della situazione fino a novembre, pagherò tutte le bollette e gli stipendi dei miei 80 collaboratori. A dicembre, se non saranno presi provvedimenti che arrestino l'aumento dei costi, chiuderò i miei punti vendita e manderò i ragazzi in cassa integrazione. A quel punto sarà lo Stato a dover versare circa 90mila euro per sostenere la forza lavoro presente nei miei negozi. Io non potrò più farlo per questioni economiche. Sono preoccupato per i miei dipendenti perché la cassa integrazione garantirà solo l'80% dello stipendio e quindi si troveranno davanti ad ulteriori privazioni. Non sarà solo un caso isolato il mio, le domande per l'accesso al contributo sostitutivo della retribuzione cresceranno a dismisura nei prossimi mesi, sia in città che nel resto della nazione: la 'bomba sociale' è dietro l'angolo.

Le soluzioni, secondo Dalonzo, possono solo venire dal Governo: "Basterebbe seguire il modello francese che prevede il pagamento, da parte dello Stato, della della parte di costi in bolletta attribuibile alle speculazioni finanziarie del mercato. Oppure si potrebbe importare la procedura tedesca che offre ristori ai commercianti per coprire l'aumento delle spese sulle fatture energetiche. Se nulla sarà fatto, andremo incontro ad un rapido crollo del tessuto economico italiano". 

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