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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Crisi Bosch a Bari, dai sindacati e dalla politica la richiesta al governo: "Subito un tavolo di confronto"

L'obiettivo è trovare al più presto una soluzione per evitare il peggio: "Quanto emerso dall'incontro tra Regione Puglia - spiega il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo - , sindacati e azienda sul futuro dello stabilimento di Bari non ci lascia affatto tranquilli".

Si moltiplicano le richieste, da parte dei sindacati e della politica, di un tavolo di confronto sulla crisi dello stabilimento Bosch di Bari dopo l'annuncio, di ieri, di 700 possibili esuberi su 1700 lavoratori attualmente impiegati L'obiettivo è trovare al più presto una soluzione per evitare il peggio: "Quanto emerso dall'incontro tra Regione Puglia - spiega il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo - , sindacati e azienda sul futuro dello stabilimento Bosch di Bari non ci lascia affatto tranquilli. Non accettiamo generiche indicazioni su progetti tutti da individuare per una necessaria riconversione aziendale che come Cgil e Fiom da qualche anno sosteniamo dovesse essere il principale tema di confronto per garantire continuità e difesa occupazionale. Qui in ballo - aggiunge - non ci sono solo i 700 esuberi ma il futuro stesso dell'azienda e quindi di tutti i 1.700 dipendenti dello stabilimento. Noi pretendiamo da Bosch la presentazione di un vero piano industriale e chiediamo che su questa vertenza si attivino anche tavoli nazionali, con il Mise e il ministero del Lavoro, dove la multinazionale deve venire a dirci perché in altre parti del mondo investe e in Puglia no. Nonostante sia stata sostenuta con importanti finanziamenti pubblici e abbia realizzato un centro di ricerche all'avanguardia".

"Pretendiamo - aggiunge - dalla multinazionale chiarezza e trasparenza e riteniamo inaccettabile come si è impostato il confronto, si parte dagli esuberi e dalla necessità di ridurre i costi e poi capire cosa e come produrre in futuro. In una fase in cui stiamo discutendo di investimenti legati al Pnrr e ai fondi strutturali che devono sostenere riconversioni e transizioni, questo approccio di Bosch sul futuro dello stabilimento di Bari è da respingere in toto. In tal senso - conclude - la Cgil sarà al fianco della categoria e dei lavoratori, sostenendo iniziative di mobilitazione e di lotta laddove necessarie per ottenere risposte sia dal Governo che dall'azienda".

Per il segretario generale Fim Cgil, Roberto Benaglia, "la transizione che sta affrontando il settore auto ha bisogno di politiche di accompagnamento nuove e diverse, di carattere industriale prima che occupazionale. Non possiamo pensare di continuare ad affrontare, come ci propone il Mise, le vertenze una ad una, dobbiamo invece riuscire a dare un disegno unico d'intervento sull'intero settore e quelli ad esso collegati. Un lavoro questo, per il quale serve un tavolo di confronto tra parti sociali e governo".

"In quest'ottica - spiega Benaglia secondo quanto riporta l'Adn Kronos - ci rivolgiamo proprio al governo per sollecitarlo ad intervenire sulla principale questione industriale del Paese per i prossimi anni. Abbiamo bisogno di strumenti nuovi e politiche di accompagnamento e sostegno tra incentivi e riconversioni produttive e di nuove competenze che siano adeguate alla sfida che abbiamo davanti. Il tempo corre e non va sprecato", spiega. Queste nuove politiche per l'automotive, infatti, prosegue, "devono trovare spazio, come stanno facendo altri paesi in Europa, sia nel Pnrr che dei nuovi progetti di politiche attive, fonti di finanziamento mirate". E se nei prossimi giorni la Fim si impegna a trovare convergenze sia con i cugini di Fiom e Uilm che con le parti datoriali il sindacato ribadisce "che non c'è altro tempo da perdere" e che "è il momento di affrontare le criticità di tutto quanto sta accadendo in questo settore tradizionalmente molto forte in Italia, ma che rischia di essere spezzato via da una trasformazione che al momento non è governata". Per questo, Benaglia annuncia come la Fim "non starà certamente ferma" e che valuteà "di alzare il livello di proposta e d'iniziativa sindacale a sostegno della qualità industriale e dei posti di lavoro in discussione".

Sulla questione Bosch interviene anche il segretario del Pd Puglia, Marco Lacarra: "Basta con la logica dei due pesi e delle due misure. Il ministero dello Sviluppo economico deve garantire tutta l'industria e tutti i territori. Ciò che sta succedendo a Bari, dove la Bosch ha annunciato 700 licenziamenti su 1.700 dipendenti attuali, è frutto dell'inerzia del ministro Giorgetti", aggiunge Lacarra, chiedendo che quest'ultimo "convochi immediatamente un tavolo e scongiuri questo disastro annunciato. E soprattutto dimostri con i fatti, e non a parole, che l'attenzione per il Mezzogiorno è pari a quella riservata all'industria del Nord".
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