Edilizia, cala il numero di imprese. Allarme per il lavoro nero: "Servono più controlli"
Questa mattina l'incontro 'Insieme per il lavoro', promosso dall'Ance Bari e Bat e dai sindacati di categoria. Preoccupanti i dati presentati dalla Cassa Edile: cresce la cassa integrazione, diminuiscono le imprese iscritte e il numero di lavoratori
Calo del 36% nel numero delle ore lavorate, e rispettivamente del 30% e 16% nel numero di operai e delle imprese iscritte nel periodo tra il 2008 e il 2012. Sono alcuni dei dati diffusi oggi dalla Cassa edile di Bari nel corso dell'incontro 'Insieme per il lavoro', promosso dall'Ance Bari e Bat e dai sindacati di categoria. Inoltre, nel 2012, nel settore dell'edilizia in provincia di Bari sono state autorizzate circa 850mila ore di cassa integrazione guadagni, a fronte delle 460mila del 2008, con un picco nel 2010 di 1,4 milioni di ore. Per ovviare a questa "crisi", i sindacati chiedono "di alleggerire i vincoli del Patto di stabilità per permettere ai Comuni di pagare le imprese e investire nell'apertura di nuovi cantieri". Inoltre, "chiedono un piano che consenta alle amministrazioni pubbliche il pagamento di tutti i debiti pregressi", ma anche "nuovi investimenti sul recupero dei centri storici e per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, oltre a incentivi per l'efficientamento energetico". Altre richieste riguardano "uno sforzo da parte delle banche per finanziare l'acquisto della prima casa" e "protocolli della legalità per impedire il crescente fenomeno delle infiltrazioni mafiose nei cantieri edili".
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FERMARE IL LAVORO NERO - Per il presidente della Cassa edile della provincia di Bari, Beppe Fragasso, "aumenta il numero dei lavoratori a nero e questo è dovuto a connivenze tra chi assume a nero e gli organi che devono fare i controlli". "Noi chiediamo - ha aggiunto - che questa connivenza venga rotta, perché contro le imprese di Ance si sta scatenando una non iniqua battaglia sul piano della concorrenza". "Servono maggiori ispezioni - ha rilevato - e vogliamo che da questo tavolo parta la richiesta di maggiori ispezioni". "Come mai - ha chiesto - le imprese regolari, quelle che poi non possono pagare i Durc (documento unitario di regolarità contributiva) perché non ce la fanno, le ispezioni ce le hanno mentre quelle altre no?". Infine Fragasso ha ricordato che un lavoratore a nero costa "otto euro" all'ora mentre uno regolare costa "dai 25 ai 28 euro". (Ansa)