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Economia

Caro gasolio e pescherecci fermi, in Puglia a rischio 4mila addetti del settore: "Subito tavolo di crisi regionale"

A lanciare la richiesta, indirizzata all'assessore regionale Pentassuglia, è la Flai Cgil: "Migliaia di famiglie stanno già vivendo momenti difficili in questa ultima settimana di sciopero"

1.200 pescherecci e oltre 4mila addetti: sono i numeri del settore della pesca in Puglia, messo sempre più a rischio dalle ripercussioni del caro gasolio. E mentre la serrata dei pescatori, "sempre più allo stremo", continua, dalla Flai Cgil arriva l'allarme e l'invito, rivolto al governo regionale, a convocare al più presto un tavolo di crisi. 

La situazione attuale, con la crisi sempre più pesante, "fa temere seriamente - afferma Maria Viniero, segretaria regionale Flai - sulle sorti sia delle imprese che dei lavoratori per quelle che potranno essere le conseguenze per il settore nell’immediato futuro. Questo settore utilizza come sistema di retribuzione la cd “paga alla parte” che comporta la divisione del ricavo del pescato tra l’armatore e l’equipaggio, previa copertura dei costi sostenuti; con il caro gasolio circa l’80% dei ricavi viene assorbito dalla relativa spesa, e ne deriva la considerevole flessione del guadagno per l’armatore che non è più in grado di assicurare ai lavoratori il “minimo monetario garantito".

Considerati i circa 4mila addetti del settore, il sindacato evidenzia come "un considerevole numero di famiglie che già in questi giorni stanno vivendo momenti difficili per questa ultima settimana di sciopero".

Il 24 maggio - ricorda il sindacato - si è tenuto al MIPAF un incontro con il Sottosegretario Battistoni e le parti datoriali e sindacali per affrontare l’emergenza e trovare soluzioni urgenti e mirate; tra le soluzioni varate l’imminente utilizzo del credito d’imposta per il 1° trimestre 2022, gli indennizzi per 20 milioni di euro per i quali a giorni saranno rese operative le procedure di invio delle istanze, mentre per la CISOA sono stati sollecitati correttivi per la sue piena applicazione, viste le particolarità del settore.     

Ma è necessaria, rimarca la Flai Cgil, una risposta anche a livello regionale. "Lo scorso 18 maggio, al termine della riunione di partenariato pesca e acquacoltura presso l’assessorato agricoltura e pesca della Regione Puglia per le problematiche connesse all’incremento dei costi del carburante ed allo stallo procurato dalla riduzione dello sforzo di pesca, le parti hanno deciso di istituire il tavolo di crisi del settore. Chiediamo all’Assessore Pentassuglia ed al governo regionale tutto - conclude quindi il sindacato - di procedere alla convocazione del tavolo di crisi in considerazione di quanto sta accadendo in questi giorni onde trovare soluzioni immediate che possano in parte alleviare il malcontento dei pescatori".   
 

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