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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Economia

Crolla il prezzo del grano, gli agricoltori pugliesi protestano: "Nessun controllo sui cereali importati in Italia"

La Cia Puglia annuncia un sit-in di protesta nel Porto di Bari, programmato per lunedì prossimo: "Non sappiamo nemmeno da dove provengono e quali standard di salubrità caratterizzano i grani che arrivano nei nostri porti"

I produttori cerealicoli, provenienti dalle 6 province pugliesi, si ritroveranno al Varco della Vittoria posto all’ingresso del porto di Bari, lunedì 11 settmbre alle 10.30, per denunciare le speculazioni economiche sul prezzo del grano che penalizzano gli agricoltori italiani.

I produttori pugliesi terranno un sit-it e una conferenza stampa per tornare a chiedere misure che tutelino i produttori cerealicoli e i consumatori italiani, una task force che verifichi dna, provenienza e salubrità dei grani che arrivano nei porti della Penisola. Gli agricoltori chiedono, inoltre, l’attivazione del Registro Telematico e del pacchetto di azioni previste dal programma Granaio d’Italia. 

"La battaglia sul valore del grano duro riconosciuto ai nostri cerealicoltori non si ferma - annuncia Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani - Le quotazioni sono troppo basse e le speculazioni in atto danneggiano enormemente il settore. La petizione lanciata dalla Cia ha avuto un'ulteriore impennata raggiungendo quasi 70mila firme". Oltre al sostegno di Regione Puglia, Anci Puglia ed ente Provincia di Foggia, finora sono questi i comuni che hanno aderito con specifica deliberazione di Giunte e Consigli comunali: Altamura, Andria, Alberona, Apricena, Barletta, Bitonto, Canosa di Puglia, Casalnuovo Monterotaro, Castelluccio dei Sauri, Cassano delle Murge, Castellana Grotte, Casalvecchio di Puglia, Cerignola, Chieuti, Conversano, Corato, Gravina in Puglia, Lucera, Lesina, Molfetta, Motta Montecorvino, Minervino Murge, Monte Sant’Angelo, Orsara di Puglia, Palo del Colle, Poggiorsini, Roseto Valfortore, San Severo, Sammichele di Bari, Sannicandro di Bari, Santeramo in Colle, Serracapriola, Terlizzi, Toritto, Torremaggiore, Triggiano, Troia, Spinazzola e Vico del Gargano.

"Se non sappiamo nemmeno da dove provengono e quali standard di salubrità caratterizzano i grani che arrivano nei nostri porti, allora occorre che ci spieghino perché si continua a parlare di Sovranità Alimentare - aggiunge Sicolo - C’è un altro aspetto inquietante, inoltre. Se le massicce quantità di grano importato che arrivano nei nostri porti fossero di provenienza russa, allora saremmo di fronte alla palese e gravissima violazione dell’embargo imposto a chi ha scatenato la guerra in Ucraina. Occorre una task force che verifichi nei porti, nave per nave, il dna e la provenienza della valanga di frumento utilizzata per far crollare il valore riconosciuto al grano dei nostri produttori. Bisogna tornare a gridarlo con forza: c’è una paurosa speculazione in atto e l’Italia, con i suoi cerealicoltori e consumatori, è la prima vittima".

Secondo Cia Puglia, parte del grano ufficialmente proveniente da Turchia e Kazakistan potrebbe essere di provenienza russa. Nelle ultime settimane, nei porti italiani sono arrivati milioni di tonnellate di grano importato dalle zone in cui il frumento ha un prezzo bassissimo, commisurato alla sua qualità. Una manovra speculativa globale che ha determinato il crollo delle quotazioni. "La nostra protesta continuerà finché il Governo italiano non adotterà misure urgenti e adeguate per fermare questa infame e gravissima speculazione", conclude Sicolo.

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