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Economia: Unicredit, si attenua contrazione Pil Puglia. Secondo osservatorio secondo ricerca torna a crescere l'export e ripartono consumi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Bari, 6 febbraio 2015 - Dopo un 2014 inferiore alle attese, gli indicatori economici della Puglia per il 2015 dovrebbero riservare qualche buona notizia. Lo confermano i dati dell'Osservatorio dei Territori, elaborato dalla struttura Territorial and Sectorial Intelligence di UniCredit, che analizza il quadro congiunturale della regione e la dinamica dei principali indicatori, anche in chiave prospettica.
Lo studio evidenzia come, sebbene nel terzo trimestre del 2014 si contragga ulteriormente l'attività economica pugliese, in linea con l'andamento nazionale, si stia tuttavia attenuando gradualmente la flessione del PIL della regione. Entrando nel dettaglio, infatti, l'analisi di UniCredit conferma come il PIL pugliese, seppur rimanga in territorio negativo anche quest'anno, mostri un deciso e progressivo recupero rispetto minimo di due anni fa. Dopo il tonfo del 2013, anno in cui il PIL pugliese è sceso del 3,8% anche a causa del difficile scenario internazionale dell'economia, lo studio stima per l'anno appena concluso una riduzione del calo all'1,6%, mentre per il 2015 si stima un tasso di variazione tendenziale che si attesta -0,3%. Per l'Italia invece è previsto un ritorno del PIL in territorio positivo, a + 0,5%.
"Questi dati testimoniano come l'economia della Regione resterà anche per il 2015 in una situazione di difficoltà, ma si intravedono i primi segnali incoraggianti che lasciano sperare in una seppur timida ripartenza nella seconda metà dell'anno - commenta Felice Delle Femine, Regional Manager per il Sud di UniCredit - In questo scenario è quindi fondamentale far ripartire gli investimenti e cogliere i segnali di ripresa che intravediamo. Se c'è una cosa che non manca in questo momento è la liquidità. Proprio allo scopo di stimolare la domanda di credito, UniCredit ha messo a disposizione del settore produttivo del Sud continentale circa 1 miliardo di euro, di cui oltre 300 milioni in Puglia, interamente destinati all'economia reale, trasferendo ai clienti i benefici del minor costo del denaro. Ed è una scelta che va nella giusta direzione, anche alla luce delle recenti decisioni della Bce che permetteranno di immettere ulteriore iniezioni di denaro nel sistema. Non vorrei quindi enfatizzare eccessivamente i dati dello studio, ma anche se analizziamo il valore aggiunto per settore, si scorgono alcuni segnali per un po' di ottimismo, in particolare in alcuni settori che potrebbero stimolare la ripresa dell'economia del territorio".
Dall'Osservatorio dei Territori di UniCredit, infatti, emerge come per l'agricoltura, uno dei settori di eccellenza della Regione, continui il trend positivo degli anni precedenti, registrando una crescita dello 0,6% anche nel 2015. Anche per i servizi si attende un leggero aumento del valore aggiunto nel 2015 (+0,1%), in miglioramento rispetto al -0,7% del 2014. Anche se resta negativa, la dinamica del valore aggiunto dell'industria prosegue il recupero dal pesante calo del 2013 (-8,0% vs. -1,2% stimato per il 2015). Un fenomeno analogo si prevede per il settore delle costruzioni, che registra però maggiori difficoltà (-4%).
Dopo un 2014 decisamente positivo per il commercio estero, anche per il 2015 lo studio di UniCredit conferma la crescita delle esportazioni pugliesi (+1,5%). Analizzando nello specifico le esportazioni per settore, nel periodo luglio 2013/giugno 2014 crescono notevolmente le vendite estere del settore metallurgico (+23%) e dei mezzi di trasporto (+13,8%). In aumento anche l'export del comparto del tessile-abbigliamento (+5,8%), dei prodotti alimentari (+1,7%), degli articoli farmaceutici (+1,4%) e, in misura più contenuta, del settore primario (+0,7%).
Relativamente ai paesi di destinazione, nel periodo in esame sono cresciuti significativamente i flussi di export pugliese diretti in Iraq (+136,5%), Albania (+56,2%) Turchia (+32%) e Giappone (+30,3%). Positive anche le esportazioni verso la Romania (+5,7%) e l'Europa occidentale (+4,2%). Quest'ultima resta di gran lunga il principale mercato di sbocco per l'export pugliese (61,6% la quota sul totale delle esportazioni), seguita da Stati Uniti (5,4%) e Turchia (4,5%).
Sul fronte delle importazioni pugliesi, invece, alla variazione positiva stimata per il 2014 segue un calo del 2,3 nel 2015.
"Secondo i nostri dati - continua Felice Delle Femine - la ripresa dell'economia pugliese sarà supportata dall'export che contribuirà a stimolare una graduale ripartenza degli investimenti, soprattutto nella seconda metà dell'anno, che è la condizione necessaria per innescare un nuovo percorso di sviluppo e quindi di crescita in Puglia e nel Sud. Infine assistiamo ad una moderata riduzione della contrazione del numero degli occupati per il 2014, mentre il livello dei consumi e quello dei redditi delle famiglie, già in crescita nel 2014, continueranno gradualmente a risalire nel corso dell'anno"

Per quanto riguarda l'occupazione, la contrazione del numero di occupati in Puglia è in deciso e continuo rallentamento, ma la stima per il 2015 resta negativa (-1%). Tuttavia nel 2015 l'agricoltura sperimenterà un aumento di occupazione in regione (+1,1%), mentre ci si attende un indebolimento per industria e servizi. Rimane negativo il dato dell'occupazione per le costruzioni, anche se in forte miglioramento rispetto al minimo del 2013.
Per quello che riguarda la condizione economica delle famiglie in Puglia, consumi e reddito disponibile nel 2014 tornano in area positiva (+1,4% e + 0,7%), confermando il trend di crescita anche nel 2015. Per la propensione al risparmio (ossia la quota di reddito disponibile accantonata per il risparmio dalle famiglie) è atteso un lieve incremento.
Sul fronte della demografia delle imprese, continua il recupero della dinamica di imprese attive in Puglia, pur con un dato ancora negativo nel terzo trimestre 2014 (-0,8%), per un totale di 329 mila imprese attive in regione.

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