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Fisascat Cisl Molfetta - Chiuso centro polivalente per disabili, aperta procedura di mobilità. Sit-in di protesta

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

C'erano tutti, lavoratori e le famiglie dei disabili del Centro Polivalente per disabili di Molfetta

al sit-in di protesta dinanzi al Comune. Unico responsabile di quanto sta accadendo sarebbe il Comune di Molfetta, oggi Commissariato, e la insensibilità del Commissario Prefettizio, che non ha voluto incontrare le organizzazioni sindacali né per la verifica sia di una soluzione per la salvaguardia dei posti di lavoro in previsione dell'aggiudicazione definitiva del servizio, nè perchè chiudendo definitivamente il centro dal 1° agosto, sta arrecando un grande disagio anche alle famiglie dei disabili assistiti i quali trovavano nel Centro e nei suoi lavoratori una amorevole e competente assistenza che andava ben oltre quella al paziente, in quanto involgeva anche la sfera della sensibilità e dell'aiuto morale e spirituale delle famiglie tutte.

Presenti anche Miriam Ruta Segretaria Generale Fisascat Cisl Bari e Luigi De Ceglie della Fisascat Cisl Bari che esprime tutta la sua preoccupazione in merito all'appalto del centro Polivalente per disabili di Molfetta nell'interesse dei lavoratori tutti,:

"Siamo alle solite, tutte le volte che vi è un cambio di appalto! E' del 28 giugno scorso l'aggiudicazione in favore del Consorzio Metropolis dell'affidamento "provvisorio" del fondamentale servizio di assistenza ai disabili della Città di Molfetta, servizio reso per tanti anni dalla coop. GEA. Il Consorzio, nonostante la fresca aggiudicazione della gara avendo offerto un "(...) rialzo del 60% sul canone a base d'asta (...)", come si legge nel sito del Comune di Molfetta, cosa che presuppone la piena conoscenza degli atti di gara e della situazione in fatto ed in diritto del servizio che si andava a giudicare, ha per prima cosa "girato" l'appalto alla consorziata La Bottega dell'Arte - coop. a r.l. di Giovinazzo e questa, a sua volta, in chiara violazione della Determina Dirigenziale n. 444 del 12.05.2016 - che al n.5 prevede che "Dare atto, altresì, che l'affidatario si impegnerà a garantire gli attuali livelli occupazionali del personale (art. 50 del dlgs 50/2016)" ha provveduto ad aprire una procedura di mobilità per licenziare tutti i 21 lavoratori impiegati alla fine dell'affidamento provvisorio, senza valutare altre soluzioni occupazionali o di ammortizzatori sociali. SI impone, pertanto, una "rivolta" delle coscienze, prima fra tutti quella di chi deve amministrare la Città di Molfetta, seppure come Commissario Prefettizio, affinchè i risparmi di spesa colpiscano soltanto gli SPRECHI, e non i soggetti ammalati, svantaggiati e con handicap fisici e psichiatrici, tali da renderli disabili, sarebbe come penalizzarli due volte. Si chiede pertanto, che il Commissario voglia immediatamente rivedere la volontà di chiudere il Centro, e ciò sia nell'interesse degli utenti, che delle 21 famiglie dei lavoratori ivi impiegati, i quali resteranno senza lavoro e senza stipendio dal 1 agosto 2016, con invito al Consorzio ed alla sua consorziata, a rivedere la volontà rescissoria dei contratti di lavoro, mediante l'utilizzo di ammortizzatori sociali nel tempo che sarà necessario per l'auspicata risoluzione di questa vertenza."

E' inammissibile - conclude Miriam Ruta - che un Comune civile ed operoso come quello di Molfetta, debba essere privato, dalla sera alla mattina, di un servizio così enormemente importante e primario, il quale è normalmente il fiore all'occhiello di ogni amministratore che si rispetti, e sintomo della chiara e concreta attenzione ai bisogni della collettività e dei soggetti più svantaggiati. Non è un caso che i disabili assistiti dal Centro, normalmente, vengono da famiglie con problematiche anche di natura economica, se è vero che esse stesse sono svantaggiate e non possono permettersi di sopportare e/o di sobbarcarsi delle rette esose presso strutture private: tutto ciò è insostenibile.

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