rotate-mobile
Economia

'Guerra del latte', anche a Bari la protesta degli allevatori: manifestazione all'Ipercoop di Japigia

Anche a Bari la protesta della Coldiretti, che in mattinata ha organizzato un presidio davanti al centro commerciale. All'origine della mobilitazione, i tagli ai compensi dei produttori, mentre il prezzo al dettaglio lievita e sugli scaffali si trovano sempre più prodotti importanti

"Il prezzo del latte alla produzione in Puglia è oggi ben al di sotto dei costi di produzione del latte stesso. I nostri allevamenti versano in una grave situazione, dovuta non solo alla crisi, ma anche e soprattutto a queste evidenti anomalie di mercato. L’industria ha deciso unilateralmente di tagliare i compensi per il latte alla stalla di oltre il 20 per cento in meno rispetto allo scorso anno. A farne le spese gli allevatori e i consumatori ignari perché manca l’etichettatura dell’origine del latte che, fatta eccezione per il latte fresco e i formaggi DOP, consente d’importare latte e prodotti caseari dall’estero e trasformarli in prodotti «italiani» rendendo indistinto oltre il 40% della produzione nazionale".

Così Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia, spiega le ragioni alla base della 'Guerra del latte', la protesta portata avanti in questi giorni dagli allevatori italiani e cominciata dal centro di distribuzione dei prodotti Ospedaletto Lodigiano (Lodi) della multinazionale francese Lactalis, che detiene i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli. Questa mattina, a Bari come in altre città italiane, i produttori di latte tenuto dei sit-in davanti agli ipermercati cittadini, per richiamare l'attenzione dei consumatori sull'argomento. Di fatto - spiega Coldiretti - il prezzo del latte fresco moltiplica quattro volte nel passaggio dalla stalla allo scaffale ma agli allevatori non rimangono neanche quei pochi centesimi necessari per dare da mangiare agli animali. 

A Bari la manifestazione si è tenuta davanti all'Ipercoop di Japigia. La giornata è stata l’occasione per comunicare con i consumatori piccoli e grandi, a cui è stato mostrato come si munge una mucca, la docile ‘Prima’, e quale è il procedimento per far ‘filare’ una mozzarella. Presenti gli alunni delle scuole di Japigia San Francesco e Don Orione, ai quali è stata offerta la ‘colazione del fattore’, "sana e tutta made in Italy", a base di pane di Altamura DOP e ricotta di vero latte pugliese.

“Solo una busta di latte UHT su 4 venduta in Italia è prodotta con latte italiano. Oltre all’inganno a danno dei consumatori – ha spiegato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti -  si tratta di concorrenza sleale nei confronti dei trasformatori che utilizzano esclusivamente latte fresco". 

In Puglia - dicono i dati forniti da Coldiretti - a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali, e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, ‘manipolati’ e trasformati in prodotti lattiero-caseari “Made in Puglia”. Per questo in soli 10 anni in Puglia hanno chiuso circa 3.800 stalle, con un crollo pari ad oltre il 58% del patrimonio zootecnico pugliese. Sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà  appena 2.700 stalle, a causa principalmente del prezzo del latte, oggi ben al di sotto dei costi di produzione del latte stesso. In particolare i mangimi (+9,1%) ed il costo energetico (+8%) hanno notevolmente appesantito il bilancio delle aziende zootecniche regionali  e, ad oggi, si può calcolare un costo medio di produzione del latte nell’intervallo tra i 41 e 43 €uro/quintale alla stalla. "Anomalie di mercato", denuncia Coldiretti, che rendono sempre più difficile l'attività degli allevatori pugliesi.

"Gli allevatori chiedono un adeguamento dei compensi in esecuzione della legge 91 del luglio 2015 che - sottolinea la Coldiretti -  impone che il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori debba commisurarsi ai costi medi di produzione che variano da 38 a 41 centesimi al litro. In altre parole - spiega la Coldiretti - gli allevatori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè al bar, quattro litri per un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar e quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette".
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

'Guerra del latte', anche a Bari la protesta degli allevatori: manifestazione all'Ipercoop di Japigia

BariToday è in caricamento