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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

H&M di via Sparano verso la chiusura, l'ipotesi per il rilancio: "Prosegue dialogo su costo fitto". Il 6 maggio riunione in Regione

Per la Fisascat Cisl "si apre un piccolo spiraglio sul futuro lavorativo di 52 dipendenti oltre a quanti collaborano nell'indotto, un totale di 80 persone".

H&M "ha confermato che ci sono delle interlocuzioni tra Comune di Bari e proprietà dell'immobile, perché sente forte la necessità di rivedere i costi dell'affitto. Conferma la sua disponibilità nel continuare il confronto con l'amministrazione comunale, al fine di ricercare la sostenibilità per l'apertura del punto vendita in via Sparano e di conseguenza salvare i lavoratori" ad affermarlo è la Fisascat Cisl Bari in una nota sulla vicenda della possibile chiusura del punto vendita della multinazionale svedese dell'abbigliamento nella principale strada dello shopping in città, con il rischio di 52 licienziamenti.

"Qualche giorno fa - spiega Fisascat Cisl - la multinazionale svedese dell’abbigliamento ha deciso la chiusura di 7 negozi in Italia, per garantire la continuità degli altri 172. Bari non era tra le chiusure previste, ma è arrivata la doccia fredda per dipendenti e sindacati. Negli ultimi giorni, si è appreso che H&M non vuole riaprire il punto vendita di via Sparano perché non riesce più sostenere i costi fissi, tra i quali l'affitto del palazzo che si aggirerebbe attorno ai 50mila euro al mese. La multinazionale svedese, che in Italia è presente con 180 punti vendita, 5.500 lavoratrici e lavoratori dipendenti, valore della produzione nel 2018 di 707 milioni di Euro, utili per 32 milioni nello stesso anno, performance anche nel 2019 da azienda sana, negli ultimi anni si è accostata a un sistema di relazioni industriali che faticosamente si sta cercando di costruire e migliorare, infatti il 24 settembre 2018 con le federazioni sindacali nazionali è stato sottoscritto anche un primo contratto integrativo aziendale nazionale con l’intento di superare alcuni problemi strutturali dell’organizzazione del lavoro, a cominciare dal lavoro a chiamata; parlare ora di chiusure riporta tutti indietro anche sul versante delle relazioni".

"L’annuncio delle chiusure - aggiunge il sindacato -  che impattano su 200 persone, è arrivato in un momento drammatico per la vita del Paese, in cui sarebbe più logico assumersi la responsabilità sociale dell’impresa. L'azienda ha confermato che ci sono delle interlocuzioni tra Comune di Bari e proprietà dell'immobile, perché sente forte la necessità di rivedere i costi dell'affitto. Conferma la sua disponibilità nel continuare il confronto con l'amministrazione comunale, al fine di ricercare la sostenibilità per l'apertura del punto vendita in via Sparano e di conseguenza salvare i lavoratori". Per la Fisascat Cisl "si apre un piccolo spiraglio sul futuro lavorativo di 52 dipendenti oltre a quanti collaborano nell'indotto, un totale di 80 persone. Oggi L'obiettivo finale è che anche questo punto vendita riapra, come tutti gli altri nel barese. Grande attesa per la convocazione alla task force regionale per un tavolo congiunto, prevista per il 6 maggio".

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