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La CBH taglia: ferragosto amaro per 300 dipendenti

La "Città di Bari hospital" ha stilato il piano di riorganizzazione aziendale: sono fuori 300 unità tra personale medico, contabile e addetti alle pulizie. Cassano: "Un blitz di Ferragosto"

La "Città di Bari hospital" ha avviato le procedure per il licenziamento di un terzo dei dipendenti nell’ambito di una riduzione di personale causata dal taglio del tetto di spesa alla sanità privata definito dalla Regione. Sono più di 300 i dipendenti in esubero di questo gruppo che a Bari e provincia gestisce alcune strutture sanitarie. Medici, infermieri, ma anche dipendenti amministrativi, addetti alle pulizie rischiano di rimanere senza occupazione.

Il fatto è semplice: l’azienda si riorganizza, soprattutto perché alcuni costi non possono più essere sostenuti. Inoltre è bene precisare che la Cbh comprende cliniche come le baresi Mater Dei e Santa Rita che sono convenzionate con il sistema sanitario regionale. Max Paganini l’imprenditore che guida il gruppo ha dichiarato che il personale era già in esubero al momento della stipula della convenzione; ma non solo. Ha anche affermato la necessità di Cbh di figure professionali nuove, di medici con specializzazioni diverse. Immediata è stata la protesta di Filippo Anelli, presidente dell’ordine dei Medici : «non possiamo pensare che medici che hanno 45, 50 anni, possano rimanere senza occupazione da un momento all’altro- ha caldamente affermato- per loro sarebbe difficile ricollocarsi nel mondo del lavoro».

Per quanto riguarda il personale addetto alle pulizie interessato allo stesso modo dal  piano di riorganizzazione aziendale, la riduzione avverrà principalmente nell’ottica di un risparmio delle spese. La soluzione pensata è quello di esternalizzare il servizio. Dopo la pausa estiva, il progetto sarà illustrato ai sindacati; alcuni lavoratori potranno essere riassorbiti ma per molti potrebbero scattare le procedure di mobilità.

“Un blitz di Ferragosto” è stata definita la preoccupante situazione annunciata da Cbh dal consigliere regionale pidiellino Massimo Cassano. “Il rischio concreto – afferma- è che la Sanità pugliese, tra pubblico e privato, non sia più in grado di garantire i livelli minimi assistenziali”.
 
 

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