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Economia

Marozzi, nessun accordo con i sindacati: "A rischio 84 posti di lavoro"

I rappresentanti dei lavoratori annunciano la rottura della trattativa: "Dall'azienda proposte irricevibili". A novembre la notizia dell'avvio della mobilità e la "ristrutturazione" del modello aziendale

"Trattativa rotta, 84 posti di lavoro a rischio". Ad annunciare "l'esito negativo" dell'incontro previsto oggi nell'ambito della vertenza Marozzi sono i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Fna.

Il mancato accordo, i sindacati: "Proposte irricevibili"

"Nel corso dei vari incontri che si sono succeduti dal 13 novembre a oggi – affermano i sindacati in una nota congiunta – le organizzazioni sindacali hanno proposto più volte soluzioni alternative al licenziamento, per mantenere retribuzione e dignità normativa dei lavoratori, ma l’azienda le ha sempre rigettate, facendo a sua volta proposte irricevibili per i suoi dipendenti. Marozzi, azienda all’interno della holding Finsita del gruppo Vinella, che opera attraverso autorizzazioni e concessioni pubbliche, non può portare 84 lavoratori e le loro famiglie nel baratro". L'incontro odierno si è tenuto presso la sede dell'Anav (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori), in vista della scadenza della prima fase della trattativa, fissata per lunedì prossimo. "Purtroppo - afferma Eliseo Grasso, coordinatore nazionale Fit Cisl Tpl - abbiamo dovuto registrare ancora una volta, come dal 13 novembre, che la posizione aziendale è irremovibile. In sintesi - spiega a BariToday Grasso - da parte dell'azienda c'è la disponibilità ad accompagnare alla pensione i lavoratori già prossimi, quelli che di fatto sarebbero stati accompagnati con gli ammortizzatori sociali e quindi con la Naspi. Per quanto riguarda gli altri, la proposta è lo spostamento degli stessi in aziende del settore del Tpl o in aziende riconducibili al gruppo Vinella. Uno spostamento che però - sottolinea Grasso - l'azienda intende come licenziamento e riassunzione ex novo, come se si trattasse quindi di un lavoratore neo assunto, con l'azzeramento della posizione precedente". 

"84 lavoratori a rischio"

A novembre scorso, la notizia dell'avvio delle procedure di mobilità aveva avuto molta risonanza, anche per la polemica legata alla concorrenza di Flixbus. La procedura di mobilità - spiegano i  sindacati - coinvolge in tutto 84 dipendenti Marozzi, dislocati in diverse regioni, in prevalenza in Puglia e nel Lazio. "Ci sono due elementi fondamentali da sottolineare in questa vicenda - afferma ancora Grasso - Innanzitutto, non stiamo parlando di un'azienda in crisi, e questo lo dicono i bilanci. Secondo elemento: parliamo di un'azienda che opera con concessioni pubbliche, sia autorizzazioni per la lunga percorrenza, sia autorizzazioni per il tpl, e questi elementi rendono questa situazione ancora più pesante".  La stessa azienda, in seguito alla notizia dell'avvio della mobilità, aveva precisato che "la Marozzi non chiude ma piuttosto si ristruttura, per meglio competere sul mercato". "Parlano di nuovo assetto del mercato - prosegue ancora Grasso - rispetto alla possibilità di competere con operatori che utilizzano modelli organizzativi differenti. Quello che appare chiaro, è che l'azienda non vuole più nessun lavoratore alle dipendenze dirette".

Verso la proclamazione dello sciopero

Conclusa la prima fase con il mancato accordo, le trattative dovrebbero spostarsi ora al tavolo del Ministero del Lavoro. Intanto, i sindacati fanno sapere di aver avviato le procedure per arrivare alla proclamazione di uno sciopero.

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