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Economia

Mediamarket. la Fisascat Cisl Bari in sciopero per chiusure e trasferimenti che mettono a rischio oltre 700 addetti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Anche la Fisascat Cisl Bari aderisce allo sciopero unitario nazionale proclamato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs per sabato 3 marzo dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00 , con presidi davanti ai punti vendita MediaMarket di Casamassima, Centri commerciali Bari Santa Caterina e Molfetta, ed alla mobilitazione per gli oltre 700 dipendenti Mediamarket a rischio. Fronte compatto rispetto alle chiusure ed ai trasferimenti annunciati dalla società di distribuzione di elettronica di consumo, nota sul mercato con le insegne Mediaworld, Saturn e Media World Compra On Line, presenti anche a Bari.

“.La mobilitazione – spiega Miriam Ruta Segretario Generale Fisascat Cisl Bari - è stata indetta a seguito delle chiusure annunciate di due punti vendita, trasferimenti e contro la decisione unilaterale di eliminare dal 1° maggio 2018 il bonus presenza e la maggiorazione economica del 90% prevista per il lavoro domenicale. Ad aggravare la situazione, la scadenza imminente del contratto di solidarietà prorogato fino al 30 aprile 2018, nei 17 punti vendita Mediaworld in Italia tra cui Molfetta, Bari Santa Caterina e Casamassima, e le intenzioni annunciate di risolvere definitivamente i 150 esuberi dichiarati.” Una situazione procrastinata, secondo i sindacati, dal mancato rilancio sul mercato nonostante un “sistema informatico vetusto, il layout degli accessori per la telefonia – unico segmento di prodotto con margini alti – vecchio e confusionario e politiche dei prezzi on-line non abbastanza competitive” abbinati alla “non adeguata formazione del personale”. La definizione di “un contratto integrativo più ampio in grado di migliorare le condizioni di lavoro in virtù dei peggioramenti dovuti alla riduzione degli organici ed alla totale liberalizzazione degli orari” ma anche il “riconoscimento della corretta professionalità degli addetti in virtù dei cambiamenti in atto e la dovuta formazione di supporto” sollecitati già in precedenza dai sindacati e l’assenza del confronto “sui dati di bilancio e sugli obiettivi” al quale Mediamarket – che per il 2017 ha dichiarato 17 milioni di euro di perdita - si è sistematicamente sottratta “negando il diritto di informazione” previsto delle norme “di legge e di contratto”, inoltre, si aggiunge ad una situazione di mercato difficile, per superare la quale – prosegue il comunicato – “servono investimenti e la partecipazione di tutti i lavoratori” che hanno il diritto ad “avere informazioni preventive sul loro destino occupazionale” e la “giusta retribuzione per il lavoro che svolgono la domenica ed orari di lavoro sostenibili”. Per le tre sigle sindacali si tratta di “dimostrare di avere anche un minimo di responsabilità etica e sociale concordando con il sindacato vere misure di salvaguardia occupazionale”.

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