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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Santeramo in Colle

Natuzzi, salta la trattativa con i sindacati: nessun accordo sulla cassa integrazione

Il vertice al Ministero dello Sviluppo Economico non dà frutti: l'azienda ha rifiutato di anticipare le risorse per la proroga della cig che altrimenti arriverebbero solo tra otto mesi. Così da domani 1500 dipendenti resteranno senza soldi. Sindacati sul piede di guerra

Torna a farsi tesa la situazione relativa alla vertenza Natuzzi, dopo il fallimento della trattativa tra azienda e sindacati sancito dal vertice romano di ieri. Al tavolo del Ministero dello Sviluppo economico, vertici aziendali e rappresentanti dei lavoratori non hanno trovato l'accordo né sui contratti di solidarietà per i dipendenti attualmente impiegati nella produzione, né sulla proroga della cassa integrazione che scade oggi.

L'azienda, infatti, non ha accettato di anticipare le risorse necessarie a rinnovare la cigs per un altro anno, in modo da rendere subito disponibili fondi che altrimenti lo Stato riuscirebbe a versare solo tra sei e otto mesi. Di conseguenza, da domani circa 1500 operai, già rimasti senza lavoro, resteranno anche senza i soldi della cassa integrazione.

Nessuna intesa neppure per quanto riguarda i contratti di solidarietà per coloro che stanno lavorando. Al tavolo del Ministero, infatti, Natuzzi aveva chiesto un aggiornamento dell'accordo sottoscritto ad ottobre 2013. Oltre al contratto che prevede la giornata lavorativa di 5 ore, con conseguente riduzione di salario, l'azienda aveva proposto anche un ridimensionamento dei livelli contrattuali: netta l'opposizione dei sindacati, poichè ciò comporterebbe un'ulteriore riduzione dei salari.

"L’evoluzione dell’Accordo – spiega Natuzzi in una nota - prevedrebbe, già nel 2015, il trasferimento all’interno del perimetro industriale italiano di Natuzzi, alle condizioni di costo di trasformazione previste dal Business Plan 2014-2016, di una parte importante di sedute della linea di prodotto Natuzzi Editions, realizzate attualmente negli stabilimenti esteri del Gruppo e inizialmente destinate alle newco". "Contestualmente -prosegue - si otterrebbe un’ulteriore riduzione degli esuberi strutturali dai 1.726 dipendenti definiti in data 10 ottobre 2013 a 500, grazie al reintegro all’interno del Gruppo Natuzzi di 400 dipendenti – attualmente in Cassa Integrazione a zero ore". Tuttavia, l'azienda prende atto dell'accordo non concluso: "Nel verbale dell’incontro redatto dal Ministero – si legge ancora nella nota - si prende atto che, a seguito di diversi incontri 'le parti non sono addivenute ancora ad un accordo, in particolare, sulla riduzione del costo del lavoro'". L'azienda quindi "fa appello al senso di responsabilità di tutti i partecipanti alla Cabina di Regia affinché si raggiunga un’intesa sull’evoluzione dell’Accordo nel più breve tempo possibile, nel rispetto delle linee guida sottoscritte nell’accordo del 10 ottobre 2013. Nello specifico le parti si erano impegnate in quella data a raggiungere i seguenti obiettivi: recupero produttività e sensibile riduzione del costo del lavoro".

I sindacati, dal canto loro, annunciano battaglia. "La posizione della Natuzzi è inaccettabile - commenta il segretario generale della Feneal Uil Puglia, Salvatore Bevilacqua - non possiamo correre il rischio di lasciare 1500 lavoratori a zero ore e senza soldi dai sei agli otto mesi. A questo punto è bene che l’azienda si assuma le proprie responsabilità di fronte alle istituzioni, al sindacato e soprattutto di fronte ai lavoratori e alle loro famiglie". "E' la prima volta che capita di non trovare un accordo di questo tipo – spiega Bevilacqua – ma di fronte abbiamo trovato un muro invalicabile, visto che hanno pronunciato un no secco a turnazione e anticipazione del provvedimento stesso. A questo punto, l’azienda pare intenda andare avanti per la sua strada. Noi giovedì terremo un’assemblea in tutti gli stabilimenti per spiegare quanto è accaduto e con il Ministero dello Sviluppo Economico torneremo a rivederci quanto prima per trovare il modo di percorrere una strada comunque e per quanto possibile indolore".

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