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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia Mungivacca / Via Giovanni Amendola

OM Modugno: nessun accordo tra i sindacati e l'azienda, rinvio all'11 giugno

Nella riunione tenutasi oggi i sindacati non hanno accettato l'offerta dell'azienda e ora si spera nel prossimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico

Si conclude con un nulla di fatto l'ennesimo incontro per la vicenda della Om di Modugno. La riunione che ha visto i rappresentanti delle sigle sindacali e l'azienda incontrarsi presso gli uffici di Confindustria Bari, non ha portato infatti a nessuna svolta. Non si è realizzata nessuna delle ipotesi che erano state avanzate in questi mesi, nessuno ha proposto di rilevare l'azienda che così rimane chiusa. Gira non poco malcontento tra i lavoratori ai quali a maggio è scaduta la cassa integrazione e che hanno aspettato tutto il giorno l'esito dell'incontro durato più di cinque ore  

I 282 lavoratori dell'azienda di Modugno, si sono resi attivi in prima persona nella questione, ormai da tempo, instaurando una comunicazione interna continua su facebook che gli ha permesso in questi mesi di relazionarsi direttamente con l'imprenditore Marco Saltalamacchia, ex amministratore delegato di Bmw Italia, il quale vorrebbe convertire l'azienda per produrre taxi ibridi, ma i cui soldi nelle precedenti riunioni non sono sembrati sufficienti al gruppo Kion di cui la Om fa parte.

I lavoratori parlano di tredici milioni di euro di cui l'azienda avrebbe fatto cenno in passato come cifra destinata a sostenere una riconversione della produzione, o quanto meno chiedono le stesse condizioni di buona uscita garantita agli undici esuberi che hanno accettato la mobilità pochi mesi prima che si sapesse che l'azienda sarebbe stata chiusa. I lavoratori inoltre rivendicano i 2000 carrelli prodotti quando l'azienda era già in chiusura e il fatto che l'azienda non chiuda per fallimento né sia in perdita per quest'anno.

Dei tredici milioni, però, spiegano i sindacalisti, non vi è traccia in nessun verbale, la cosa era rimasta come voce di corridoio di cui si era parlato al di fuori delle riunioni. Secondo i sindacati, l'azienda non solo avrebbe fatto marcia indietro dicendo di non aver mai parlato di quei tredici milioni, ma ha messo sul piatto della trattativa la cassa integrazione per un altro anno e la cifra di due milioni e mezzo, poi passati a quattro. I sindacati hanno rifiutato però quella che si è parata come un “prendere o lasciare” da parte dell'azienda e in questo modo da qui a 120 giorni la Om potrà inviare le lettere di licenziamento a tutti. Rimane quindi forte la speranza di una soluzione nell'incontro che si terrà l'11 Giugno presso il Ministero dello Sviluppo economico, in attesa che le voci che parlino di un interessamento da parte di un imprenditore del distretto della Meccatronica siano confermate e in attesa delle modifiche previste dal governo sulle regole su assunzioni e licenziamenti.

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