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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Om, Natuzzi, Bridgestone: si torna a trattare per salvare i posti di lavoro

Settembre cruciale per le tre vertenze. Nei prossimi giorni i primi vertici al Ministero dello Sviluppo economico. Intanto un'altra azienda della zona industriale minaccia la chiusura

Om, Bridgestone, Natuzzi. Con l'inizio di settembre e la ripresa delle attività dopo le ferie torna alla ribalta il tema del lavoro con le tre vertenze che in questi mesi stanno mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro nella sola provincia di Bari. E mentre si attendono i prossimi incontri al Ministero dello Sviluppo economico, soltanto pochi giorni fa un'altra azienda della zona industriale, la Brovedani Spa, ha lasciato trasparire l'intenzione di chiudere lo stabilimento.

"TROPPI FURTI", BROVEDANI PRONTA A CHIUDERE - A lanciare l'allarme è stato l'amministratore delegato Renato Mascherin, che in una nota ha denunciato i ripetuti furti ed episodi di vandalismo subiti dall'inizio del 2013 dall'azienda friulana che da 19 anni ha una sede alla zona industriale di Bari, in cui sono impiegati 60 lavoratori. Finora l'azienda ha subito danni per 170mila euro, e il rischio è che, nel caso in cui gli episodi continuino a ripetersi, l'investitore possa decidere di lasciare lo stabilimento barese.

OM, ATTESA PER L'INCONTRO AL MINISTERO - La vertenza Om ha rappresentato uno dei fronti più caldi dell'emergenza lavoro negli ultimi mesi. I 224 operai lottano da ormai due anni per difendere i loro posti di lavoro, e all'inizio di agosto lo scontro con l'azienda si è fatto più duro, con la Kion decisa a portare via dallo stabilimento gli ultimi carrelli rimasti e gli ex dipendenti determinati a non lasciare uscire i camion dall'azienda. Ora si attende una nuova convocazione al Ministero dello Sviluppo economico, che avrebbe raccolto nuove manifestazioni di interesse da parte di imprenditori intenzionati ad investire nello stabilimento modugnese.

BRIDGESTONE, CONTINUA LA TRATTATIVA AZIENDA-SINDACATI - Dopo l'annuncio shock dato a marzo scorso, la chiusura dello stabilimento sembra essere stata definitivamente scongiurata. Azienda e sindacati sono però tuttora impegnati in una delicata trattativa che dovrebbe permettere, attraverso la riduzione dei volumi produttivi e degli orari di lavoro e un parziale ricorso alla cassa integrazione, di salvare i 950 posti di lavoro.

NATUZZI, SPUNTA L'IPOTESI 'IKEA'- E' la vertenza più importante dal punto di vista dei numeri: nell'ultimo piano industriale presentato a fine giugno, l'azienda aveva comunicato l'intenzione di chiudere tre stabilimenti pugliesi, licenziando 1.762 lavoratori. Licenziamenti poi 'congelati' in attesa di un accordo alternativo con sindacati e istituzioni. Tra le soluzioni che i sindacati potrebbero proporre al tavolo del Ministero dello Sviluppo economico, c'è quella avanzata negli ultimi giorni dalla  Filca Cisl Puglia di riportare in Puglia la produzione della linea di divani low cost per Ikea attualmente delocalizzata in Romania.

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