I vigneti pugliesi danneggiati dalla peronospora, l'allarme di produttori e lavoratori: "La Regione riconosca lo stato di calamità"
La malattia ha colpito le coltivazioni nel Barese, Foggiano, Tarantino e Leccese. La denuncia della Flai Cgil e dell'Alpaa Puglia: "È a rischio l’intera filiera che conta anche aziende legate al sistema logistico, dell’imbottigliamento e del packaging. Bisogna preservare i redditi dei lavoratori dipendenti"
I vigneti del Barese irrimediabilmente danneggiati alla diffusione della peronospora. È questo l'allarme lanciato dalla Flai Cgil e Alpaa Puglia che in una nota congiunta chiedono lo stato di calamità per settore vitivinicolo regionale. Le problematiche legate alla diffusione della malattia che ha rovinato le coltivazioni, infatti, non riguardano solo la provincia del capoluogo pugliese, ma si estendono anche nel Foggiano, nel Tarantino e nel Salento. il settore vitivinicolo, che conta in Puglia 27mila lavoratori tra addetti alla coltivazione di uva e produzione di vino, potrebbe così affrontare una grave crisi economica con pesanti ripercussioni sui valori occupazionali.
"La Regione Puglia riconosca lo stato di calamità per il vitivinicolo al fine di preservare un settore che ci vede essere la prima regione per numero di aziende che operano nella produzione di vino, circa 400, e al terzo posto per quelle impegnate in attività primaria di coltivazione dell’uva, oltre 11mila - sottolineano il segretario generale della Flai Cgil Puglia, Antonio Gagliardi, e il presidente Alpaa Puglia, Manuela Taratufolo - Pensiamo che la Regione Puglia debba attivarsi nei confronti del Governo affinché si riconosca lo stato di calamità per batteriosi, modificando la legge 102/2004, beneficio che sarebbe valido anche per i danni da Xylella Fastidiosa, al fine di preservare i redditi dei lavoratori dipendenti delle produzioni vitivinicole, con il meccanismo del trascinamento delle giornate lavorate l’anno precedente e gli opportuni ristori agli agricoltori del comparto".
Il settore vitinicolo rappresenta una delle più importanti filiere del sistema agroalimentare pugliese: nel mese di aprile 2023 Unioncamere Puglia ha diffuso i dati relativi al 2022 con fatturati, profitti e investimenti in crescita. Il comparto ha realizzato fino al 31 dicembre del 2022 una crescita del +10,4%, il cui valore in export si traduce quasi in 246 milioni di euro, 30 in più del 2021 e 64 in più del 2017, nonostante gli effetti rovinosi della pandemia. I mercati che maggiormente sono attirati dalle produzioni di vino Made in Italy sono Germania, Svizzera e Regno Unito. Segue una sorprendente Albania, in cui la Puglia è la prima regione d’Italia per export.
Fra le province pugliesi, Foggia è in testa per radicamento delle aziende vinicole: 144 pari al 36% del totale regionale. Seguono le province di Bari (18%) e Taranto (16%); il resto della torta è diviso più o meno equamente fra le altre province (intorno al 10%). La Puglia vanta 38 produzioni Dop, Igp e Docg, assumendo la posiziona del quinto posto nella classifica nazionale dei prodotti agroalimentari certificati. In questo quadro estremamente positivo, permane tuttavia una scarsa redistribuzione del valore economico verso gli anelli più bassi della catena, in particolare i lavoratori agricoli impegnati nelle attività di produzione primaria.
Il sindacato e l'associazione di categoria che rappresentano gli addetti e i produttori del settore agricolo, sottolineano come ai danni provocati dalla Xylella Fastidiosa, oggi si aggiunge questa nuova pestilenza (peronospora), che ha ricadute pesanti sugli operai agricoli per mancanza di giornate di lavoro nelle fasi di preparazione e raccolta del prodotto enologico, oltre che sulle aziende agricole che hanno investito e puntato tutto su produzioni di qualità non solo per poter aggredire sempre più i mercati esteri, ma anche per garantire i consumi interni.
"È a rischio l’intera filiera che conta anche aziende legate al sistema logistico, dell’imbottigliamento e del packaging - segnalano Flai Cgil e Alpaa - Occorre fare presto: il Paese è in una fase storica in cui non può perdere opportunità di investimenti e di rilancio dell’economia. Questo lo hanno capito le aziende, i lavoratori agricoli, le organizzazioni delle imprese, i sindacati, tutti uniti per difendere una delle eccellenze di questa terra".