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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Bari Vecchia / Piazza della Libertà

"Monti stanzi i fondi per la cassa integrazione", i sindacati in piazza

Cgil, Cisl, Uil e Ugl in piazza Prefettura per chiedere al governo di rendere accessibili le risorse con cui attivare gli ammortizzatori sociali in deroga. Servirebbero 200 milioni ma solo 80 sono disponibili. Gesmundo: "Per i lavoratori va sempre peggio"

Nel secondo semestre 2011, la cassaintegrazione in deroga ha raggiunto le 11 milioni di ore autorizzate, equivalenti a 16.128 lavoratori (con 1600 domande da parte di aziende). La mobilità, invece, ha toccato 15.315 dipendenti licenziati. La situazione, oggi, "è solo peggiorata": al 30 aprile si registra un incremento nel numero delle imprese che hanno presentato istanza (1.700), il che significa aumento dei lavoratori interessati (19.441). Nel primo quadrimestre 2012, per la mobilità in deroga, i licenziati che hanno presentato la richiesta all’Inps sono 7mila. "Servono almeno 200 milioni di euro come fabbisogno se si considera che nella sola provincia di Bari, le domande di cassaintegrazione in deroga accolte sono 9.119 contro le 5.951 del 2011".

E' dai numeri che parte la protesta di Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Bari che questa mattina, in contemporanea con altre città italiane, si sono riuniti in piazza prefettura per incontrare il delegato del governo, Mario Tafaro, e chiedere, tramite lui, al Consiglio dei ministri di stanziare immediatamente le risorse necessarie con cui finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga, “essenziali per la sopravvivenza di tantissime famiglie baresi e pugliesi”, spiega Pino Gesmundo, segretario provinciale della Confederazione Generale dei Lavoratori.

Il tutto nasce dal fatto che "i fondi che il governo vorrebbe stanziare bastano a ben poco". Infatti a fronte di una richiesta di 200 milioni, il Ministero del Lavoro ne rende disponibili solo 80, "di gran lunga insufficienti a fronteggiare il numero di richieste che si delineano per il 2012". Rispetto al periodo pre-crisi, il 2008, in Puglia, ad aprile, il totale di ore autorizzate di cassa integrazione è stato di 1,2 milioni, "cifra oggi cresciuta in modo preoccupante (+282,9%)”.

Insomma, i sindacati non sono assolutamente tranquilli e "la situazione non può che precipitare se non si prendono presto provvedimenti", continua il numero uno della Cgil che mette in evidenza: "Nel Barese c’è gente che pFoto1058-2rendeva 800 euro al mese cercando così di portare avanti la famiglia. Ora si ritrovano senza nulla in mano solo perchè i fondi non sono stati ancora stanziati. E pensare che il 40% della cassaintegrazione è destinata proprio a questo territorio”. E non stiamo parlando solo degli operai del settore metalmeccanico, si veda l'Om Carrelli e quello che potrebbe succedere qualora altre multinazionali decidessero di delocalizzare: "Sono colpite pesantemente anche delle aziende del settore floro-vivaistico, della pesca, per i quali sono state addirittura azzerate le risorse, e i lavoratori della sanità privata". Al governo che non stanzia i fondi, si aggiunge poi anche la riforma del lavoro, che complica “non di poco”, lo stato delle cose: “Potrebbe andare anche peggio se la riforma degli ammortizzatori sociali, prevista nella più ampia riforma del mercato del lavoro in discussione in Parlamento, non dovesse prevedere alcuna norma che possa garantire per il prossimo futuro questi lavoratori”.









 

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