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Economia

Tra vertenze, precariato e allarme sicurezza: il Primo maggio del lavoro sempre più fragile

Nel giorno in cui si celebrano diritti e conquiste dei lavoratori, numeri e dati relativi al Barese e alla Puglia mettono in evidenza criticità ed emergenze su cui intervenire

Ci sono le vertenze, sempre più numerose, che attraversano il tessuto economico in maniera trasversale, dal settore dell'industria a quello del commercio. Ci sono i dati sulla (bassa) occupazione femminile e giovanile, e quelli relativi agli infortuni sul lavoro, in crescita, nel 2021, in Puglia. Nel giorno in cui si celebrano diritti e conquiste dei lavoratori, mettere insieme dati e numeri aiuta a raccontare, a fare il punto sul lavoro in Puglia e nel Barese, a metterne a fuoco le difficoltà, le criticità.

La crisi del lavoro: 39 vertenze nel Barese

Tra i numeri raccolti e raccontati in questi ultimi mesi, ci sono quelli relativi all'area metropolitana di Bari, con i suoi 50mila disoccupati e trentanove vertenze aperte, con circa tremila posti di lavoro a rischio. Una situazione su cui, nei mesi scorsi, i sindacati hanno lanciato l'allarme scendendo in piazza a Bari per chiedere un intervento deciso delle istituzioni. Se in alcuni casi, come per la Bosch, tra le vertenze maggiori, il rischio esuberi sembrerebbe essere stato in qualche modo allontanato, l'emergenza, comunque, resta.

Le difficoltà di donne e giovani

Se si allarga lo sguardo dalla provincia agli indicatori regionali, spiccano altri dati. Quelli relativi, ad esempio, alle difficoltà incontrate dalle donne e giovani, come evidenziato negli scorsi mesi da un dossier presentato dalla Cgil: in Puglia il tasso di occupazione femminile è del 32,5%, con un tasso di inattività del 60,6%. Non più incoraggiante la situazione dei giovani: sempre stando agli ultimi dati Cgil, gli under29 che lavorano sono solo 140mila. Un quarto lavora nel commercio, un altro 20% tra agricoltura e servizi. "Settori che si contraddistinguono - sottolinea il sindacato - per precarietà lavorativa, part time, stagionalità, basse paghe".

Il lavoro precario

C'è poi, appunto, l'aspetto del precariato. I rapporti di lavoro attivati in Puglia nel primo semestre 2021, ultimo dato disponibile, sono stati - annota sempre la Cgil - 538mila e di questi 446mila è a tempo determinato. Nello stesso periodo i rapporti cessati sono stati 391mila. Di questi oltre 236mila hanno avuto durata di un solo mese, 106mila da 1 a 3 mesi. "Un trend, quello del lavoro precario - ha evidenziato il sindacati - che si conferma anche nel 2022: la rilevazione di Unioncamere e Anpal sui fabbisogni occupazionali delle imprese pugliesi nel primo trimestre dell’anno ci dice che nel 53% dei casi si offrono contratti a tempo determinato, solo nel 24% a tempo indeterminato, il resto diviso tra collaborazione, somministrazione, apprendistato".

L'emergenza sicurezza: nel 2021 96 morti sul lavoro in Puglia

E c'è ancora l'altra emergenza, connessa al lavoro, quella della sicurezza. Il 2021 è stato un anno nero per la Puglia dal punto di vista degli incidenti sul lavoro: 96 sono sono state le vittime, 24mila gli infortuni totali: una media di 65 al giorno. E il 2022 non sembra aver segnato un miglioramento, anzi: nei primi due mesi dell'anno, si sono registrati complessivamente otto incidenti mortali. Con una media di circa 78 al giorno, gli incidenti sul lavoro sono stati 4.625, "900 in più - ha evidenziato la Cgil - rispetto allo stesso periodo del 2021".


 

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